6 Campionati di Serie A, 2 Champions League, 1 Mondiale. Sono solo una parte dei tanti trofei vinti in carriera da Andrea Pirlo, uno dei più grandi centrocampisti della storia del calcio italiano.

Pirlo ha giocato nei tre più grandi club della Serie A – Inter, Milan e Juventus – e oggi è intervenuto ai microfoni di Radio Radio per raccontare la sua carriera, parlare del campionato e analizzare alcuni personaggi del calcio al centro dei riflettori.

Ecco l’intervista nella puntata di ‘Food Sport’ ad Andrea Pirlo con la giornalista Francesca Brienza in studio.

Dicono che nel tuo ruolo sei stato il numero uno al mondo, è stato un crescendo o già da ragazzo avevi caratteristiche straordinarie?
“Da ragazzo giocavo in un altro ruolo, però dentro di me sapevo di poter fare un certo tipo di carriera. Ho inventato un altro modo di fare il ruolo del regista perchè venendo dal ruolo di trequartista ho fatto in quella posizione qualcosa che ancora non era stata fatta. Non ero il solito mediano. Ho lanciato un po’ la moda di mettere un giocatore, che magari da trequartista non aveva il passo o la velocità per incidere e saltare l’uomo, davanti la difesa per dare più qualità al gioco della squadra”.

Futuro nel calcio?
“Sto frequentando il master di Coverciano”.

Hai giocato nel Milan, nell’Inter e nella Juventus. Perchè non ti capirono all’Inter?
“All’Inter avevo diociotto anni e giocavo trequartista. In quel periodo però c’erano Baggio, Djorkaeff, Ronaldo… tanti super campioni. Io ero giovane e venivo dal Brescia per cui ho fatto un po’ fatica. Poi sono andato in Calabria e sono tornato all’Inter ma avevo deciso di andare a giocare di qualche altra parte per avere più spazio”.

Che effetto ti fa vedere il Brescia di nuovo in Serie A? Come vedi Balotelli?
“Mi fa molto piacere. Sono passati un po’ di anni dall’ultima volta e adesso rivederlo è molto bello. Spero che Balotelli possa essere utile, adesso si sta ambientando. Era tanto che non giocava perché anche in Francia le ultime partite non le ha fatte e ci vorrà un po’ di tempo”.

A Brescia c’è Tonali che tutti chiamano da quando è bambino il nuovo Pirlo, ti ci rivedi?
“Qualcosa rivedo nella personalità, non nel modo di giocare. Gioca con grande tranquillità non ha paura di farsi dare la palla e di sbagliare. Poi il capello un po’lungo…”

Che ne dici di Zaniolo?
“Rispetto a Tonali è molto diverso. Hanno entrambi un grande futuro. Zaniolo ha grande forza fisica e Tonali è più centrocampista. Sono il futuro dell’Italia”.

Stiamo per costruire un nazionale buona con questi giovani? Possiamo avere fiducia?
“Sì il percorso di Mancini è iniziato benissimo. Ha avuto il coraggio di far giocare questi giovani che sono bravi quindi è giusto che giochino. Hanno fatto una bella qualificazione per gli Europei e stanno dimostrando di migliorare. Secondo me sono sulla strada giusta”.

Ti rappresenta più il periodo della Juve o del Milan? Quale tifoso piò dire ‘Pirlo è mio’?
“Dell’italia più che altro. Più di cento partite con l’Italia quindi sono un giocatore di tutti. Poi dopo se sono della Juve, dell’Inter o del Milan non importa. Ho cercato di fare il massimo con qualsiasi squadra, ho vinto con Milan e Juve, però la cosa più importante è che la gente mi riconosca come un giocatore che ha fatto bene per il calcio italiano e per la Nazionale”.

Come giocherà la tua squadra?
“Mi piacerebbe una squadra che gioca a calcio, che possa vincere le partite con un bel calcio, come vogliono tutti”.

Il passaggio di Fabio Grosso ai mondiali del 2006 è stata una intuizione del momento o era uno schema?
“E’ stato un passaggio istintivo in quella circostanza perché la palla era uscita da fuori dall’area. Ho cercato di liberarmi in un primo momento per il tiro, poi ho visto Fabio che si muoveva in quel corridoio e ho cercato di mettergli la palla nel miglior modo possibile. Poi è stato bravo lui a girarla. E’ stato un passaggio di quella circostanza”.

E’ stato più forte Modric o Pirlo?
“Modric sta giocando ancora, è un giocatore fortissimo. Due modi di giocare diversi. Non sono io a decidere…”

Sei mai stato vicino alla Roma?
“Sì, sì. Ho avuto dei contatti prima di andare alla Juventus”.

Hai mai pensato di vincere il Pallone d’Oro? Ti è mai interessato?
“Non è mai stato un obbiettivo, anche perché pensavo più a vincere con la squadra che il resto. Poi certo, se vinci tanto con la squadra e con la Nazionale poi quello viene di conseguenza. Sono arrivato nei primi 5 per un paio d’anni e quello è stato soddisfacente”.

Il tuo modello di allenatore?
“Ho avuto la fortuna di avere tanti grandi allenatori nella mia carriera e quindi in un futuro cercherò di prendere un po’ da tutti. La calma di Ancelotti, la grinta di Conte e un po’ da tutti gli altri. Ho avuto questa fortuna cercherò di metterli tutti insieme per fare l’allenatore ideale”.

Il più patito di tattica?
“Conte sicuramente. Lui non è solo grinta. E’ un genio come allenatore. Dirgli che è solo grinta è veramente riduttivo”.


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