Flavio Briatore è uno dei manager più importanti d’Italia, personaggio da tanti anni discusso e amato, conosciuto in tutto il mondo. Mai banale, sempre schietto e concreto. Lo abbiamo intervistato e abbiamo parlato di tanti argomenti: dalla cucina al calcio, dalla politica alla Formula 1.

Ecco l’intervista completa a ‘Food Sport’ insieme a Ilario Di Giovambattista, Enrico Camelio, Francesco di Giovambattista e Tony Damascelli.

A TU PER TU CON BRIATORE

Su Schumacher…
“Ho sempre detto che voglio ricordarlo come era. E’ stato qualcosa di spettacolare, di umano, di team maker. Ha insegnato a tutti che la Formula 1 la puoi guidare anche da giovane. Ha rivoluzionato il mondo, aveva uno stile di preparazione completamente diverso dagli altri”.

Su Salvini…
“Parla alla pancia della gente, però ha fatto una gran c***ata. E’ incredibile chiamare sotto agosto gli elettori alle urne. Non si capisce cosa sia successo… comunque lo metterei nella mia squadra”.

Su Renzi…
“E’ molto bravo, tecnico e preparato. Lo metterei nella mia squadra”.

Su Di Maio…
“Di Maio non lo metto in squadra, lo metto in panchina… in tribuna. Ha fatto una gran carriera, come primo lavoro ha fatto il Ministro del Lavoro, quindi bravissimo. Però non mi convince.

Sulla Benetton…
“Quando ero alla Benetton fui quasi obbligato a prendere Schumacher perché i piloti importanti non sarebbero mai venuti. Primo perchè non avevamo i soldi, secondo eravamo fabbricanti di t-shirt e tutti i grandi team ci prendevano un po’ in giro. Quindi ho pensato che per crescere bisognava crescere con qualcuno che sarebbe diventato un futuro campione del mondo. Eravamo come l’Atalanta… però poi abbiamo vinto 7 mondiali”.

Su Agnelli…
“Ricordo che l’avvocato mi prese da parte e mi chiese una cosa: “Ma tu hai sempre venduto t-shirt e pantaloni… mi spieghi come mai i nostri sono dietro di voi? Come possiamo fare?”. Gli dissi che l’unica cosa da fare è pitturare la Ferrari di verde e la Benetton di rosso e vedrai che vince il rosso Benetton”.