Miniatura: L’allarme deve continuare, c’è uno stato di emergenza senza emergenza.
oppure cambiando il titolo mettere la frase che si esclude

Paolo Becchi, professore ordinario di filosofia del diritto presso la facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, è intervenuto al convegno in Senato “Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti”.

Ha esposto delle riflessioni filosofiche sulla natura del Coronavirus e sulla trasformazione della società in atto nell’emergenza sanitaria. Cosa stiamo diventando? La convivenza imposta col virus può definirsi vita?

“Il sovranismo non è quella bestia nera descritta dai giornali”

“Il virus sta cambiando le nostre vite, anche dal punto di vista filosofico. Il sovranismo non è quella bestia nera descritta dai giornali, il sovranismo si può legare benissimo al liberalismo. Il tema del liberalismo e delle libertà individuali è venuto a mancare oggi. Se si sono fatti errori nel passato si possono migliorare, in parlamento si stanno discutendo cose come il continuare lo stato di emergenza…

Chi l’avrebbe mai detto dopo anni di attentati terroristici di trovarci a combattere ora con questo nuovo nemico invisibile e insidioso, e sembra che sarà una vittoria mutilata. Per l’imperativo: convivete con il virus. Dopo aver lasciato migliaia di morti sul campo per contrastare in Italia con tempistiche e armi sbagliate un nemico che ora dobbiamo tenerci. Perché?

Dobbiamo convivere con la Cina? Meglio uno stato autoritario che limita le libertà della morte. Non siamo la Cina e abbiamo le tecniche delle democrazie occidentali. Ma abbiamo fatto come la Cina. E quelli che criticavano il sovranismo hanno fatto scelte fasciste totalmente illiberali.

Non possiamo accettare l’ultima parola della scienza sulla vita

La vita non è nulla se non è vita, e il virus con la quarantena rappresenta la rinuncia ad ogni condizione di vita in nome delle mera vita spogliata di ogni attributo. E non sappiamo se questo virus da vita spoglia sia vita o non vita. Non c’è una definizione di cosa sia il virus. Non possiamo accettare che siano i medici o gli scienziati a decidere sulla nostra vita con la pretesa di avvalersi della neutralità scientifica. Non possiamo accettare l’ultima parola della scienza sulla vita. Non siamo noi che dobbiamo adattarci al virus ma lui a noi, lui ha già deciso per una pacifica convivenza. E ora viviamo un’angoscia irrazionale, permanente, come dovrebbe diventare allora l’emergenza. L’allarme deve continuare, lo stato di emergenza senza emergenza.

Resta da chiedersi se sia possibile una comunità umana basata sulle nuove abitudini di distanziamento sociale. Interessa la distanza fisica tra i corpi, la carne umana pensante, questo è il problema. Le menti erano già manipolate e ora vogliono controllare i corpi. Siamo arrivati a questo punto estremo”.

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