Cibo, calcio, sport, famiglia e… quarantena. Federico Balzaretti si è raccontato ai nostri microfoni con schiettezza, disponibilità e simpatia. Uno sguardo sempre attento alla sana alimentazione, marito innamorato di Eleonora Abbagnato da 10 anni e padre affettuoso. In diretta si è confermato il “super professionista dal carattere forte ma sensibile” che descrivono i suoi ex compagni di avventura.

Com’è stato passare dal Toro alla Juventus? Come lo ricorda il derby alla Roma? Cosa gli è rimasto dentro del suo Palermo? Ecco alcuni ricordi dell’ex calciatore, qualche retroscena e un paio di indiscrezioni sulla sua esperienza nel mondo del calcio.

A ‘Food Sport’ è intervenuto Federico Balzaretti: con Enrico Camelio, Ilario Di Giovambattista e Matteo Raimondi, ecco cosa ci ha raccontato.

Federico Balzaretti ► “Zaniolo era un nostro obbiettivo, non un colpo di fortuna. Campionato? Bisogna pensare a ripartire”

La quarantena

“Io mi alleno sempre, tutti i i giorni. Siamo una famiglia di sportivi. Sono già passati quasi cinque anni dalla mia ultima partita, ma l’allenamento fa parte del benessere quotidiano e personale non solo a livello fisico ma anche a livello psicologico”.

Alimentazione e cucina

Curo anche l’alimentazione. Non rinuncio da quando ho smesso, soprattutto la sera, anche ad un bicchiere di vino. Però la colazione la faccio abbastanza abbondante. Mi piace di più salato per cui o un uovo o una colazione un po’ più proteica, se mi alleno presto la mattina. Un pranzo abbastanza leggero e poi la sera qualcosa in più visto che Eleonora cucina e devo fargli anche piacere di quello che fa perché è molto brava. Vado ghiotto della parmigiana di melanzane che fa mia moglie, per cui quando due teglie una è per me e una è per gli altri.

I miei piatti preferiti di Roma Torino e Palermo? Di Torino mi piaceva il fritto misto alla piemontese. Di Roma i primi, per cui tutto quello che è gricia, carbonara, amatriciana… e poi i carciofi. Di Palermo tutto quello che riguarda le melanzane: la parmigiana con le melanzane, anellini con le melanzane. E poi sono un amante del pesce. Io non sono particolarmente amante dei dolci. A me non piacciono piatti particolarmente elaborati. Con Eleonora abbiamo il gusto di provare ogni anno magari un ristorante particolare o stellato. Preferisco però la ristorazione classica da trattoria“.

La famiglia

“A fine maggio faremo dieci anni di fidanzamento e nove di matrimonio con Eleonora. Sono stra innamorato di mia moglie. Sono fortunato. Mi ritengo un papà sicuramente presente. Penso sia importante la qualità del tempo che si passa con i figli, ma è altrettanto importante la quantità del tempo soprattutto quando sono piccoli. Per me la famiglia ha un valore più alto di qualsiasi altra cosa. Se sono bravo si vedrà quando cresceranno”.

Torino

“Granata o Juventino? Da piccolino ero granata. Sono cresciuto nel settore giovanile del Toro, nonostante papà fosse molto juventino. Ero particolarmente innamorato, se devo trovare una seconda squadra, del Milan degli olandesi. C’era Paolo Maldini che è stato poi un riferimento per tutta la mia carriera.

I grandi campioni

“Tanti mi hanno chiesto com’è giocare con Totti, con De Rossi, con Del Piero, con Pirlo… Più il campione è di altissimo livello più la persona è semplice, disponibile ed è facile interagire. Se la tirano di più i ragazzi dell’amichevole del giovedì. Chiaramente è una battuta, però è così”.

Il derby

“Il gol nel derby è stato un momento molto bello per tutta Roma, è toccato a me ma poteva capitare a chiunque. Un momento di unione fortissima, venivamo da un’estate turbolenta, un po’ particolare, per cui quel gol ha rimesso tutto in ordine. Unito fortemente tutto l’ambiente”.

Zaniolo

“Zaniolo alla Roma una botta di fortuna? No, è stato chiesto. E’ stata bravura in questo caso. Si lavorava tutti insieme, c’è stato un gruppo di lavoro, ed era sicuramente un obbiettivo. Quando c’è la stata la possibilità che l’Inter ci ha proposto di voler comprare Radja Nainggolan e di voler mettere nell’operazione dei giocatori è stato individuato Zaniolo, è stato chiesto, e la trattativa è andata come sapete. Per cui sicuramente tanta bravura più che fortuna”.

A.S. Roma

“Se parliamo di Roma parliamo sicuramente di carattere: un allenatore a Roma deve saper gestire tante cose per cui se non ha personalità, se non ha carattere non va da nessuna parte. Anche se a livello tecnico-tattico può essere il migliore del mondo, ha bisogno di personalità. Roma è una piazza veramente tosta, il carattere e saper gestire le pressioni diventa fondamentale. Mi piace moltissimo Fonseca perché ha il mix giusto a livello tecnico-tattico, è molto preparato. Ha una maturità… Ha saputo gestire i momenti difficili in maniera corretta. Me ne parlano bene tutti e ripeto è molto preparato”.

Gli allenatori

“Ho avuto la fortuna di trovare allenatori bravi e poi a seconda delle età. Molto bravi a livello didattico quando ero piccolino. Poi io ho imparato moltissimo a Palermo con Delio Rossi e sono arrivato in Nazionale con lui a 29 anni. Un altro allenatore a cui sono molto legato è Fabio Capello. Nel 2005-2006 alla Juventus, con una rosa di campioni che erano tutti in nazionale, mi ha fatto giocare 26-27 partite tra campionato, Champions League e Coppa Italia. Mi ha dato veramente tanto, al di là della fiducia mi ha insegnato tanto”.

Dal Toro alla Juve

“E’ stato un inferno. E’ stato molto difficile, ma sapevo a cosa andavo in contro. E’ stata una scelta professionale forte. Sapevo di ferire tanta gente, è un popolo che amavo e amo fortemente, però sono scelte professional. Mi sono voluto mettere in discussione sia al livello di pressioni che di campo. Più le cose sono difficili e più mi piacciono. Roma anche è stata scelta perché tutti mi dicevano che era la piazza più difficile”.

La ripresa del campionato

“I valori si rimescolano. Se dovesse ripartire vorrebbe dire giocare praticamente ogni tre giorni, che i ragazzi staranno chiusi per altri tre mesi assieme. Per cui al di là del campo ci saranno molti altri aspetti psicologici, di forma, di rosa che conteranno tanto. I valori tecnici sono quelli che si sono visti fino adesso nel campionato, però non conta se uno sa tirare bene o meno il pallone, ci sono anche altri aspetti e questi saranno sicuramente tutti rimescolati e riazzerati. Ci auguriamo tutti di poter riprendere e rivedere il campionato, questa sarebbe una grandissima cosa. Chiaramente nel rispetto di tutte quelle che sono le decisioni e nel rispetto delle persone che possono rischiare. Sentir parlare di calcio in questo momento in cui il virus è parte integrante delle nostre giornate può sembrare una forzatura ma non è così, bisogna iniziare a pensare di ripartire”.


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