Il circuito di Spa – Francochamps 10

Scriverlo oggi potrebbe sembrare un’amarissima beffa; in realtà la tragedia che ha colpito Hubert, per quanto riguarda le dinamiche, è una sommatoria di concomitanze maledette.
La pista circondata dalle Ardenne resta il tracciato più affascinante, quello che a Michael Schumacher fece dire che su quei saliscendi gli sembrava di pilotare un aereo. 
Poetica lingua d’asfalto, che fa palpitare il motore come in nessun altro posto al mondo.
Luogo dell’anima.

Charles Leclerc 9

È stato perfetto ieri, in qualifica. Ha corso, oggi, con un surplus di lucidità straordinaria, con il dolore come compagno d’abitacolo, passeggero indesiderato e imprevisto. 
Lucido. 

Lewis Hamilton 8.5

Uno dei più frastornati, dopo la tragedia della Formula Due.
Ingaggia con Vettel un duello leonino, giocato sul filo delle accelerazioni e delle traiettorie ricavate dalle scie. Appena la monoposto del tedesco presta il fianco (o la fiancata), rifinisce un sorpasso con parabola esterna che si chiude all’ingresso in curva. Chapeau.
Magistrale.

Sebastian Vettel 8

Calatosi perfettamente nella parte dello scudiero, su input del team,  protegge la fuga di Leclerc regalando sportellate d’autore. Poi deve gestire l’usura delle gomme, sempre più pregiudicante.
Prestazione d’autore.

Albon – Ricciardo – Gasly – Giovinazzi – Grosjean 7

Fanno a turno nel regalare duelli incrociati, millimetriche staccate, sorpassi al limite. Varrebbe la pena, per le inquadrature,  tralasciare la testa della corsa. Non è una battuta.
Protagonisti. 

Kimi Raikkonen 6

Pregiudicato dell’infortunio patito nei giorni scorsi, si “regala” subito una collisione con Verstappen, che estromette quest’ultimo dalla gara. Poi riesce a finire la gara, tra mille imprevisti.
Veterano.

Romain Grosjean 6-

Si perde un po’ nei giri finali, ma onora la lotta fino a che la monoposto lo tiene agganciato alla bagarre.
Qualità. 

Max Verstappen 4

Parte male, malissimo. Si accorge soltanto all’ultimo millesimo di secondo del sopraggiungere di Raikkonen alla sua sinistra.
Non pervenuto.

Paolo Marcacci


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