“Stagione fallimentare? Secondo me molto di più“.
Il Milan saluta la Coppa Italia con una sconfitta che fa più rumore delle precedenti: non per il punteggio, non per la prestazione in sé, ma per ciò che rappresentava. Un’occasione concreta di alzare un trofeo, di dare un senso a una stagione senza senso, di regalare ai tifosi una gioia autentica. E invece, ancora una volta, restano solo rimpianti e applausi amari.
Complici i meriti del Bologna, che quasi mai ha dato l’impressione di poter cadere all’Olimpico. La prestazione granitica dei felsinei non adombra però un fallimento che è direttamente proporzionale a ciò che poteva essere: due trofei sollevati non si sa bene come, ma forse per provvidenza. Invece la lezione di Italiano dà il colpo di grazia a tutto l’organigramma rossonero.
La notte più buia
“La definisco la notte più buia degli ultimi tempi“, commenta senza mezzi termini Franco Ordine.
“Non è una partita persa, perché se fosse una partita persa tu potresti trovare qualche elemento che irradia un po’ di luce. Invece no. Qui ci sono solo e soltanto le tenebre, perché questa è una partita persa a capo di una stagione in cui tutti gli appuntamenti sono stati puntualmente mancati“, sentenzia il giornalista a Radio Radio Mattino – Sport & News: lo sguardo va ai massimi sistemi che portano direttamente alla testa del pesce.
Ammettere non basta
“È una stagione talmente fallimentare che non può esonerare il management che ha procurato questo fallimento dalle responsabilità. Sono stati loro a non sostituire Maldini e Massara quando sono andati via, sono stati loro che hanno prima deciso di puntare su Fonseca – avendo su piazza il meglio che ci possa essere in panchina – e poi su Conceicao; sono stati loro a far trapelare l’idea che lo stesso potesse rimanere in caso di vittoria della Coppa Italia.
Adesso riconoscere il fallimento è solo una parte di quello che devono fare come responsabilità.
Poi rimane tutto il resto“.