Il tema della scuola continua ad essere centrale nella cronaca quotidiana e nei dibattiti della politica. Ogni giorno che passa ci avvicina alla riapertura delle aule, eppure sono ancora tanti i nodi da sciogliere: i trasporti, la sicurezza e il distanziamento nelle aule, l’assunzione di altri docenti, i protocolli sanitari in caso di contagio. Solo tra qualche settimana capiremo se le scuole potranno accogliere serenamente gli studenti italiani.

Antonio Decaro, Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, è intervenuto a Lavori in Corso, esprimendo la posizione dei sindaci sulla scuola. Si augura che i tanti sforzi che si stanno facendo, in una corsa contro il tempo, vengano sostenuti dallo Stato con altre risorse.

“Noi ci siamo presi la nostra responsabilità come abbiamo fatto sempre. Abbiamo avuto una richiesta di aumentare il numero delle aule e utilizzare spazi inutilizzati per permettere il distanziamento. In questi giorni abbiamo partecipato ad un bando per avere altre risorse per questi fini.
Noi saremo pronti per l’inizio delle scuole. Ci sono problemi ancora sul trasporto scolastico e sul protocollo sanitario definito stamattina in caso di contagio.

Se stiamo in ritardo lo scopriremo con l’apertura delle scuole; certo, farci fare una corsa contro il tempo in pieno agosto per adeguare gli spazi comunali, senza sapere come verranno organizzate cose come i trasporti…
Abbiamo bisogno di più risorse, non dico di ridurre la distanza di sicurezza. Più scuolabus, più personale, che vanno pagati; e noi comuni non abbiamo i soldi, non li stampiamo, lo Stato deve aiutarci.

Questo è un problema anche delle Regioni sul trasporto urbano, sarà necessario mettere risorse per risolvere i problemi. O magari apriremo le scuole ma mancherà il personale, stiamo ancora aspettando la deroga sulle assunzioni a tempo indeterminato nelle scuole. O me li fanno assumere a tempo determinato o non abbiamo la possibilità di accogliere tutti i bambini, ad esempio nelle materne.

Noi siamo comunque preoccupati: abbiamo problemi in tre regioni e in una grande città del centro Italia; abbiamo la necessità di far socializzare i ragazzi, sopratutto quelli piccoli che dobbiamo preparare alla vita.

Gli insegnanti sono dipendenti pubblici e solo una commissione medica può decidere se devono restare a casa o meno. Se ci sono delle condizioni di fragilità le deve decidere un medico, il docente deve andare a lavorare rispettando le restrizioni come gli operai in fabbrica.
Per gli istituti superiori ci sarà sicuramente la didattica mista, non ci sono tanti spazi. I sindaci metropolitani e i presidenti di provincia lo sanno, non ci sono tutti questi posti da trasformare in aule.”

ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: