Greta è un’adolescente di tredici anni. Greta è nata con un nome da uomo, nel quale non si è mai sentita rappresentata. Sin dai primi momenti di consapevolezza sul proprio io, quel nome le è sempre stato stretto e scomodo rispetto alla sua identità da donna.

A causa di questo suo impulso femminile, ha dovuto subire un doppio contraccolpo: il respingimento da parte della società esterna e l’instabilità identitaria per sentirsi diversi in un’età adolescenziale, dove spesso il diverso fa paura.

Per affrontare un tema tanto delicato quanto attuale, Luigia Luciani e Stefano Molinari hanno chiamato in causa Vladimir Luxuria, che di esperienza sulla questione dei generi ne ha accumulato parecchia.

Ecco il commento di Vladimir Luxuria a “Lavori in Corso”.

Oggi per fortuna esistono dei genitori come quelli di Greta. Tu non puoi trasformare un figlio/una figlia trans in etero. Vuol dire allontanare i tuoi figli e farti odiare. Quindi io penso che la scelta dei genitori di Greta sia giusta: accompagnare tua figlia, con i suoi tempi.

Se io non avessi aspettato tutto il tempo che ho aspettato per farmi togliere i peli, avrei speso molto meno tempo e soldi. Quindi per fortuna oggi esistono delle famiglie che accompagnano i loro figli transgender. Anche perché, in quella fase adolescenziale, i figli hanno bisogno di trovare un conforto nella famiglia. E’ brutto sentire lo stesso linguaggio dei bulli da tua madre e tuo padre.

I genitori non sono pronti a capire e ad accettare dall’oggi al domani. Persone transgender sono stati addirittura buttati fuori di casa. Oppure casi in cui chiamano l’esorcista. Io penso che viviamo una sola vita e bisogna viverla al meglio. E non si può vivere bene se non ti realizzi nel tuo sesso. L’identità di genere esiste”.


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