Io domando di ingiustizie, loro rispondo a pizza e fichi“. È, detto in modo semplicistico, questo in sostanza il copione delle grandi discussioni di cui si parla a Bruxelles.
Il Parlamento Europeo, sede in quanto tale dei grandi dibattiti riguardo gli interessi degli stati membri, sarebbe ben restio a parlare di questi stessi interessi. Per lo meno lo sono i suoi ruoli di vertice.

Lo ha testimoniato l’eurodeputato della Lega Antonio Maria Rinaldi a ‘Un giorno speciale’, che ha spiegato a Francesco Vergovich e Fabio Duranti come taluni esponenti si guardino bene dal salvaguardare alcuni particolari interessi a discapito dello status quo. Come quello della disparità di trattamento tra le banche italiane e quelle tedesche e olandesi, con le prime costrette a ricapitalizzare i propri bilanci in tempi brevi, mentre le seconde sono più “di mano larga”, potendo trattenere capitali deteriorati con limiti molto più elastici.
Ecco la testimonianza di Rinaldi in diretta.

L’altro giorno c’è stata una commissione Econ con un aspirante Direttore Generale del EBA, cioè l’ente di controllo del sistema bancario europeo a cui ho chiesto: come mai c’è questa discriminazione normativa fra banche commerciali (quelle italiane) e banche del nord Europa che hanno nel portafoglio prevalentemente derivati? Sappiamo quali sono i problemi, le banche italiane devono vendere i crediti deteriorati entro 7-8 anni mettere quelle tedesche e olandesi hanno nel portafoglio cifre paurose di questi crediti.

Non mi ha risposto nulla in sostanza: è mortificante che queste persone non ti rispondano a domande tecniche e nell’interesse del mio Paese.
Non ti rispondono perché c’è un ordine di scuderia, fanno i vaghi, perché è chiaro che la risposta sarebbe “hai perfettamente ragione”. Ti rispondono con la supercazzola, sono tutti d’accordo in questo
“.


ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: