Un algoritmo per silenziare le fake news: cosa buona e giusta finché ciò non va a ledere la libertà d’espressione e di cronaca. Come si lede? Silenziando a prescindere e senza una verifica del misfatto da parte di un giudizio umano: cosa che, fino a prova contraria andrebbe in contrasto con la presunzione d’innocenza sancita dalla Costituzione e dunque garantita a tutti i cittadini.

Soprattutto sul web è ormai cosa consueta incappare in casi come questo: il caso della censura del canale Radio Radio TV su YouTube è eloquente.
Per questo, ma anche per chi non può permettersi un’adeguata difesa come l’emittente radiofonica (dunque un cittadino qualsiasi) si sta battendo a Bruxelles l’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi.

L’interrogativo sulla necessità di rimettere il giudizio dell’uomo prima di quello degli algoritmi è stato posto dal leghista alla vicepresidente della Commissione Europea Věra Jourová, che ha tergiversato prima di rispondere picche ad uno sconcertato Antonio Rinaldi.
Ce lo ha detto lui stesso a ‘Un giorno speciale’: ecco il suo intervento e la risposta della Jourová.

Scioccante risposta della Jourová a Rinaldi ► “Si può dire tutto, ma solo se è quello che va bene a loro”

Se la Rai o Mediaset pubblicano un qualsiasi commento dove ad esempio ci sono elementi palesemente razzisti o contro i minori, viene automaticamente censurato dall’autority, dall’AGCOM, la quale provvede immediatamente nella censura.
Quindi non si capisce come mai le grandi piattaforme del web con sede chissà dove abbiano la possibilità di censurare in maniera autonoma per volere divino.

Qui è il punto cruciale: si attivano perché ci sono degli algoritmi che bloccano automaticamente determinati soggetti, senza che vi sia controllo umano.
Per esempio, se a me sta antipatica Radio Radio, non faccio altro che segnalare il fatto che pubblica contenuti sconvenienti e automaticamente Radio Radio viene sospesa.
Dopodiché, dopo le proteste, l’omino va a vedere che le segnalazioni sono pretestuose e viene riammesso, ma questo non è corretto: c’è un danno d’immagine, perdita di tempo ecc…

A questo mio interrogativo la vicepresidente Jourová ha praticamente risposto prima in maniera elusiva e poi ha detto delle cose ancor più gravi.
Posso essere malizioso? Probabilmente non si è neppure resa conto di quel che ha detto. E’ chiaro che affermare “si può dire qualunque cosa, ma solo quello che diciamo noi” rappresenta chiaramente ancor più di uno schiaffo alla democrazia. Non è certo questo lo schema a cui noi aspiriamo, altrimenti stiamo peggio che in una dittatura
“.


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