Dopo due anni difficoltosi dal punto di vista non solo sportivo, ma anche finanziario, il Milan vede in Igli Tare l’uomo della provvidenza. Lui dal canto suo non sembra essere particolarmente vicino alle vicende milanesi, tutt’altro, soprattutto per quanto ha fatto per la Lazio nell’ultimo periodo, pianificando il futuro e rinnovando il suo stesso contratto. E’ pur vero che in un’intervista di ieri ad un’emittente albanese Tare non ha pronunciato parole di chiusura nei confronti del Milan.

Tare e Maldini, contatti ravvicinati

Ecco che dunque la situazione va a sfociare nel classico conflitto tra parole e fatti: l’uomo che ha riaggiustato la Lazio non meno di una settimana fa, mettendo fine alla telenovela Inzaghi, ora prende in considerazione l’ipotesi Milan. Alquanto curioso, anche se per qualcuno le sue parole non hanno aperto alcun varco alla corte rossonera: Maldini contatta Tare da diverso tempo, si parla già da maggio di un interessamento dei rossoneri che avrebbero bisogno della sua abilità nell’individuare giovani potenzialmente rivendibili a cifre da capogiro; lo chiede l’UEFA e il fair play finanziario, ma prima c’è da fare i conti con Lotito, che lo ha scoperto come calciatore e ds e col quale Tare ha sempre avuto un certo feeling.
Cosa ci sia di vero in questa “tresca” di calciomercato lo abbiamo chiesto ai nostri.

Stefano Agresti

Noi ne parliamo dal 15 di maggio dell’intenzione del Milan di prendere Tare. E’ chiaro che lui è la figura perfetta per questo Milan che non è più quello di un tempo, che prendeva giocatori fatti, si tratta di un Milan che cercherà di prendere giovani da valorizzare, visti anche i soldi spesi in queste due stagioni (280 milioni spesi con Mirabelli due anni fa). Elliot vuole rivendere una società che sta bene dal punto di vista economico, perché in tal caso è più semplice trovare un acquirente; Tare in quest’ottica è una scelta perfetta perché è un ds che ha dimostrato di essere estremamente bravo a trovare giocatori a basso costo che poi vengono rivenduti a prezzi molto più alti.
Il problema enorme è la volontà di Lotito perché Tare ha un contratto fino al 2022 ed è l’anima della Lazio, quindi bisognerebbe convincere il patron a liberarlo: la Lazio è praticamente formata da due persone, Lotito e Tare e se all’uno togli l’altro gli fai un danno enorme.

Fabrizio Patania

Per me quelle di Tare sono parole di chiusura, perché viene alla fine di un periodo in cui effettivamente Maldini lo ha bombardato di telefonate e in cui c’è stata la possibilità che sia lui che Inzaghi andassero al Milan. Credo che ad oggi ci siano zero possibilità che Tare possa andare al Milan, a meno che non sia una sceneggiata o un film d’altri tempi, cosa che io non penso e non penso che Tare voglia andare al Milan. Può darsi che si sia sentito lusingato dall’interesse del club, ma non dimenticate che domenica notte è stato l’artefice del riavvicinamento tra Lotito e Inzaghi, è il suo allenatore che eventualmente lui avrebbe portato al Milan. Tare ieri mattina ha rassicurato Lotito, non so quando la troupe albanese sia andata a fornello, comunque non ci vedo nulla in quelle dichiarazioni.

Alessandro Vocalelli

Non so se ci siamo resi conto ma stiamo facendo un sacco di complimenti a Lotito: ha preso un centravanti che ha fatto una discreta carriera come Tare, lo ha individuato come manager, lo ha trasformato in uno se non nel migliore direttore sportivo in circolazione. Ora anche Inzaghi è in corsa per andare in grandi squadre e diciamo anche che queste due persone (Tare e Inzaghi) raggiunti questi livelli preferiscono restare alla Lazio che non andare al Milan, che non sarà più quello di una volta, ma è sempre un grande club.

Furio Focolari

Ci sono dei distinguo importanti da fare. Lotito da questo punto di vista ha preso Tare – e sfido chiunque a dirmi che non è vero – perché lui parla sette lingue, dopodiché si è rivelato quello che è ora, quindi un po’ di fortuna ma anche bravura. Ha preso Inzaghi ad allenare i giovani perché Inzaghi si è spalmato il contratto, e anche questa sfido chiunque a smentirmela. Nella Lazio, che è un ristorante a conduzione familiare c’è questo feeling, ora succede qualcosa di nuovo, cioè che il met e il capocuoco vengono richiesti da altri. Inzaghi resta dopo un po’ di tempo che fa le pizze e che non partecipa alle conferenze stampa, ottenendo anche un bel ritocco di contratto: con Tare bisogna fare lo stesso perché è vero che sono entrambi creature di Lotito, ma non è detto che perché tu mi hai assunto vent’anni fa io devo esserti attaccato per tutta la vita.
Ora, anch’io penso che Tare resterà, ma gli incontri con Maldini ci sono stati eccome.


Leggi anche:

Come cambierà la Lazio