Le proteste nelle carceri italiane sono iniziate nella giornata di ieri e sono proseguite per tutta la giornata di oggi. Ecco la situazione.

27 gli istituti penitenziari coinvolti nei tafferugli ad opera dei detenuti che, protestando per la decisione di ridurre i colloqui, hanno deciso di incendiare materassi e celle.

La situazione sembra stia lentamente rientrando sotto il controllo delle forze di sicurezza ma i danni agli istituti penitenziari costringeranno ad un riposizionamento dei detenuti.

Quali i carceri coinvolti? Come è stata riportata all’ordine la situazione? E’ mancato l’aiuto delle istituzioni?

Ascolta l’intervista a Donato Capece Segretario Generale SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) durante ‘Lavori in Corso’

Qual è la situazione nelle carceri italiane?

“In questo momento sono 24 gli istituti carcerari italiani in cui ci sono state rivolte.
Abbiamo ancora qualche problema nel carcere di Rieti, dove i detenuti hanno dato fuoco a tutte le celle e ai materassi.

Ci sono stati tentativi di fuga a Foggia.

A Rebibbia altri hanno provato ad evadere ma le forze dell’ordine sono riusciti a bloccarli.
Prima con il colloquio e poi con l’intervento della Polizia Penitenziaria si è riusciti a riportare l’ordine”.

Come riprendere il controllo delle situazione?

Il fenomeno è un fenomeno molto preoccupante, perché ‘Radio Carcere’ riesce a comunicare con tutti gli istituti dove chi per solidarietà e chi perché vuol vivere un giorno di gloria, chiaramente prendono in ostaggio il personale e bruciano tutto”.

La denuncia

Noi della Polizia Penitenziaria siamo stanchi di tutta questa situazione, ma sono mesi che stiamo aspettando che questo Ministro ci convochi, i vertici stanno adottando una politica fallimentare, per questo io li invito a rassegnare le dimissioni e a fare dell’altro.

Mi auguro di no, ma anche altri istituti seguiranno su questa scia per portare avanti questo modo di operare, il loro obbiettivo era quello di ottenere l’indulto.

Il danno per i detenuti è enorme perché si allontanano dai loro parenti”.


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