Il coronavirus desta sempre maggiori preoccupazioni, dopo l’estensione della zona “con accesso limitato” a tutta la Lombardia e a varie province del Nord Italia, infiammano le proteste nei carceri.

Scoppiate nella giornata di ieri, sono stati 6 i morti nel carcere di Modena, a Foggia è in corso un tentativo di maxi evasione, a Rebibbia si registrano problemi significativi nella gestione dei detenuti.

Le carceri coinvolte nelle proteste sono 27, alcuni dei protagonisti dei tafferugli chiedono l’amnistia.

Giovanni Battista Durante, Segretario Generale Aggiunto del Sappe (commissario di Polizia Penitenziaria) è intervenuto durante ‘Radio Radio lo Sport’ con Ilario Di Giovambattista, Zeljko Pantelic, Tony Damascelli ed Alessandro Vocalelli.

Qual è la situazione nelle carceri italiane?

“La situazione è molto critica, la protesta è iniziata da due giorni, tra tutte quella di Modena dove ci sono stati 6 morti fra i detenuti. Il carcere è diventato inutilizzabile e molti detenuti sono stati trasferiti.

La situazione è grave e drammatica, ci sono detenuti sui tetti, a Foggia delle evasioni, a Bologna incendi dei materassi, una situazione difficile da gestire perché da alcuni anni la sicurezza non c’è più perché con questo nuovo modello organizzativo i detenuti sono liberi di muoversi nelle loro sezioni detentive, c’è un solo agente a controllare quindi è facile impossessarsi delle chiavi ed aprire le celle”.

Come si evolverà la situazione?

I detenuti restano all’interno e buoni finché lo vogliono fare ma se decidono di mettere in atto delle forme di protesta e decidono di evadere rischiano di riuscirci.

La cosa che ci preoccupa ancora di più è che al momento non siano state messe in atto iniziative per evitare ulteriori gravissimi fatti come quelli avvenuti finora”.

Cosa occorre fare per fronteggiare le proteste?

Per fronteggiare la situazione al momento secondo noi bisogna limitare i movimenti all’interno del carcere, bisogna chiudere i reparti detentivi e non lasciare più i detenuti liberi di circolare, questa è una misura drastica e di emergenza e come tale va considerata, ma va presa immediatamente.

Stamattina i detenuti a San Vittore sono stati portati in gruppo al passeggio, è vero che è un diritto del detenuto l’ora d’aria però non possiamo lasciarli raggruppare e poi salgono sui tetti: è un momento d’emergenza e quindi adottiamo misure d’emergenza, poi dopo ripristineremo le regole civili ma in questo momento…

Due giorni fa è stata lanciata la proposta di indulto, secondo me è stata una richiesta inadeguata e inappropriata visto il momento d’emergenza, non riusciamo a gestire le carceri per il problema che c’è e stiamo pensando a come fronteggiare il problema del coronavirus anche in carcere e qualcuno lancia queste proposte generando nei detenuti l’idea che questa situazione d’emergenza possa poi far scattare situazioni premiali, secondo me tutti quanti dobbiamo essere più responsabili e fronteggiare questa situazione.

Io chiedo immediatamente il ripristino delle regole in tutti gli istituti, chiudere tutti i detenuti nelle celle, garantire i diritti minimi però attraverso processi selettivi evitando i raggruppamenti eccessivi e ripristinare le regole in questi istituti che sono ormai quasi in mano ai detenuti, non facciamo più in modo che i detenuti restino liberi di muoversi all’interno del carcere.

Così c’è il rischio che scoppino proteste in tutti gli istituti e che i detenuti si approprino dei carceri.

Valutiamo se possibile applicare, per il momento, il 41 bis”.

C’è il rischio di maggiori evasioni?

E’ chiaro che il rischio c’è, com’è successo a Foggia e Modena e per questo invoco delle misure drastiche e d’emergenza da adottare, è questa la prima cosa che dovrebbe fare il Ministro.

Quella dei detenuti è stata descritta come una protesta nata per la paura del contagio e per le restrizioni sulle visite io ho il sospetto che sia generata la convinzione che il momento poteva favorire una richiesta di provvedimenti di clemenza, d’indulto, d’amnistia secondo me questa è un’ipotesi da prendere in considerazione quindi potrebbero esserci delle motivazioni che vanno al di là del virus”


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