La risonanza magnetica del futuro parla italiano, si realizza a Genova e si basa su un materiale che promette di cambiare per sempre il modo in cui osserviamo il corpo umano: il diboruro di magnesio (MgB₂). A raccontare questa rivoluzione è l’ingegnere Silvio Corrias, direttore della Strategic Business Unit Medical di ASG Superconductors, azienda leader mondiale nelle tecnologie superconduttive, intervenuto ai microfoni di Astrea.
Dal magnesio al futuro della diagnostica
La risonanza magnetica aperta e l’aiuto dell’intelligenza artificiale
La risonanza magnetica di nuova generazione firmata ASG è completamente aperta, un’architettura che “permette di effettuare analisi diagnostiche senza costringere le persone a entrare in un tubo”, spiega Corrias. Un sollievo per pazienti claustrofobici, bambini, disabili o anziani, che trovano spesso difficoltà nei sistemi tradizionali. Ma l’apertura non compromette la qualità: “Grazie all’evoluzione software e all’intelligenza artificiale, oggi possiamo ottenere immagini ad alta definizione anche con intensità di campo inferiori, nell’ordine di 0,5-0,6 Tesla, molto vicine a quelle delle risonanze chiuse da 3 Tesla”. L’AI accelera la scansione e migliora la resa delle immagini, garantendo comfort e precisione diagnostica.
Protonterapia: colpire i tumori con precisione chirurgica
La tecnologia ASG si spinge oltre la diagnostica, verso la cura. Corrias racconta come la protonterapia – una forma avanzata di radioterapia – rappresenti un trattamento “più mirato e meno invasivo”, capace di ridurre gli effetti collaterali sui tessuti sani.
“Grazie alla risonanza magnetica integrata,” spiega l’ingegnere, “il radiologo può vedere in tempo reale la posizione delle cellule tumorali, adattando il trattamento mentre il paziente respira o si muove”. Un approccio dinamico che aumenta l’efficacia terapeutica e minimizza i danni.
Ricerca, applicazioni e nuove frontiere
In Italia, sette centri – da Torino a Lecce, da Roma a Reggio Calabria – utilizzano già i sistemi di ASG. “Stiamo crescendo anche all’estero”, aggiunge Corrias, “negli Stati Uniti, in Inghilterra, e presto nel Nord Africa, dove inaugureremo la prima applicazione entro fine anno”.
L’azienda collabora inoltre con università e istituti di ricerca in progetti che spaziano dall’automotive allo spazio: “Una casa automobilistica studia con noi l’effetto delle cinture di sicurezza sulle donne in gravidanza, mentre un’agenzia spaziale analizza l’impatto delle tute spaziali sul corpo umano”. E poi c’è la ricerca sul cervello: “Produciamo magneti fino a 17 Tesla per studiare patologie come Alzheimer, ictus ed epilessia, cercando di cogliere i segnali precoci dei processi degenerativi”.
Frontiere altissime della scienza, che nascono da una tecnologia italiana destinata a migliorare la vita di milioni di persone.










