Dopo oltre quattro mesi dal rinvio della partita causa pioggia, si è giocato il fatidico recupero del Dall’Ara fra Bologna e Milan: scontro diretto a tutti gli effetti per le zone europee della classifica di Serie A. Le aspettative erano alte, per una partita che prometteva agonismo e spettacolo, sia per la posta in palio che per la qualità delle due squadre.
L’inizio, infatti, è di quelli scoppiettanti. Nell’arco di 60 secondi si registrano già due occasioni clamorose da entrambe le parti. I rossoneri sfiorano per primi il vantaggio su una bella iniziativa sulla fascia di Leão, che serve al limite dell’area un Santiago Gimenez molto impreciso col sinistro. Subito dopo rispondono i felsinei, vicinissimi alla rete con un cross di Dominguez deviato da Thiaw, per quello che sarebbe stato un clamoroso autogol.
Ma com’è normale in questi casi, nei minuti successivi il match diventa molto più tattico e equilibrato, pur a fronte di una perdurante tensione agonistica che, nonostante le migliori intenzioni dell’arbitro Mariani, porta a uno spezzettamento corposo del gioco tra contatti e pseudo baruffe. E in questo contesto, dove non si vedono occasioni concrete né da una parte né dall’altra, è il Bologna però a prendere progressivamente il controllo del gioco, anche e soprattutto in termini di possesso palla, che negli ultimi 20 minuti del primo tempo tocca percentuali vicine al 65%.
La pressione rossoblu culmina al 38° in una chance incredibile per l’esterno argentino Dominguez, bravo a sfruttare l’assist di Ndoye tirando in porta dopo un dribbling efficace in area di rigore. Ma proprio in quello che sembrava il momento migliore dei felsinei, quasi dal nulla il Milan trova la rete dell’1-0 con Rafael Leão al 43° minuto. Direttamente da rimessa dal fondo, Maignan è abile nel lanciare lungo per Gimenez, scavalcando una linea difensiva del Bologna forse troppo alta, in quello che è un marchio di fabbrica di Vincenzo Italiano (i tifosi della Fiorentina ricorderanno bene il gol preso all’ultimo in finale di Conference League contro il West Ham…). Il messicano, con una sponda efficace, riesce a servire la stella portoghese, che a tu per tu con Skorupski non sbaglia e segna il gol del vantaggio rossonero.
Sulla spinta del rimpianto, per una rete goffa e sanguinosa subìta a così pochi istanti dall’intervallo, il Bologna rientra nel secondo tempo con ancora più convinzione del primo. E dopo solo 3 minuti, al 48° segna la rete del pareggio con il solito Castro. L’argentino insacca con un gran fiuto da centravanti la sponda fortunosa di Fabbian, nata da una mischia in area di rigore dopo il cross su calcio di punizione dalla destra di Ndoye.
I milanisti protestano per un tocco di mano del giovane italiano al momento dell’assist, a fronte di un contatto che c’è e spinge il VAR a effettuare il Check. Ma l’arbitro Mariani conferma la rete, data la posizione congrua e attaccata al corpo del braccio di Fabbian, che dunque non era punibile. Per un meritato 1-1 che dà il via a una nuova fase della partita.
Infatti, se da una parte il Bologna continua a mantenere il pallino del gioco, senza però insidiare concretamente la porta difesa da Maignan, dall’altra il Milan gioca soprattutto sfruttando le ripartenze. In una di queste, arriva anche una delle chance migliori per i rossoneri nel secondo tempo, con Musah che al 63° non riesce a battere Skorupski dopo un bell’inserimento in area.
Più volte i meneghini vanno alla ricerca del gol, senza mai incidere completamente. E si sa, questo nel calcio è un qualcosa che si paga spesso. Specie in partite come questa dove l’inerzia può cambiare da un momento all’altro in favore di una squadra piuttosto che di un’altra. Infatti, in un finale prettamente a tinte rossoblu, all’81° il Bologna va prima vicinissima al 2-1 con Cambiaghi, che non riesce a metterla dentro sulla ribattuta successiva al palo colpito di testa da Casale su calcio d’angolo. E solo due minuti dopo, trova il definitivo vantaggio sempre su iniziativa del neo entrato Cambiaghi, bravo a metterla in mezzo per Ndoye che segna il più facile dei tap-in, di fronte alla colpevole impalpabilità della difesa del Milan.
Il finale è più che annunciato: la squadra di Italiano festeggia una vittoria importantissima che gli permette di salire in classifica a quota 44 punti, a -5 dalla Juventus quarta. Mentre Conceicão e i suoi calciatori vanno incontro mestamente alla seconda sconfitta consecutiva, oltre all’ennesima delusione dopo l’eliminazione in Champions contro il Feyenoord. Con 41 punti, uno solo in più della Roma di Ranieri, e la distanza dai bianconeri che rimane di 8 lunghezze, il sogno quarto posto sembra ormai compromesso del tutto. Certo, c’è il rammarico per una partita persa senza aver giocato male come in altre occasioni. Ma per certi obiettivi, la mera sufficienza non basta. E un atteggiamento superficiale come quello della fase difensiva rossonera in occasione del gol di Ndoye non è accettabile in assoluto, men che meno per una grande squadra (almeno in teoria) come il Milan.
Ai posteri l’ardua sentenza, sia sul destino finale della squadra che del suo allenatore: sicuri che Conceicão meriti la conferma in panchina? Sarà interessante, nel clima di contestazione generale che si respira intorno al club, vedere quali decisioni verranno prese sia per il presente che per il futuro.