Senza cadere nell’abusato luogo comune secondo il quale, siccome si guadagnano milioni di Euro bisogna tenere a bada ogni umana tensione, vogliamo però subito sottolineare che la soglia minima di educazione da onorare quando si esercita il proprio ruolo vale per tutti, durante l’esercizio delle proprie funzioni. Tra l’altro, un individuo educato sarà anche un professionista educato. Gasperini…ancora tu, non mi sorprende lo sai? Chiediamo scusa al grande Lucio (Battisti, non Spalletti) e a Mogol se prendiamo in prestito un loro verso per evidenziare un’altra sgradevole scivolata comportamentale delle sue; fastidiosa, plateale: un episodio tra l’altro indiscutibile per la correttezza dell’interpretazione arbitrale, diventa volano non solo di smodata protesta (as usual) ma anche di violazione delle regole quanto a fruizione delle immagini in panchina.

C’è in questo una deliberata e quasi ostentata forzatura delle regole, come a dire: siccome penso di aver ragione, il resto non conta, pur di dimostrarlo passo anche col rosso.
Capitolo Allegri: stavolta Spalletti ha ragione, perché è facile fare i signori quando va l’acqua per l’orto, in quel caso non dovrebbe nemmeno fare testo. Se invece quando perdi, invece di fare i complimenti a chi ha vinto comunque con merito (sfruttando gli episodi anche rocamboleschi che ha avuto a proprio favore) tiri fuori l’argomento del “fare casino con l’arbitro” rischi di assomigliare in modo avvilente a quei genitori i quali, quando il figlio “ciuccio” (a proposito di Napoli) e svogliato prende quattro a scuola, invece di rimproverarlo cominciano a dire: – La holpa gli è del professore bischero… -. In livornese. 

Paolo Marcacci