È sempre più in crescita il numero di casi di Coronavirus nel Regno Unito, alimentati ormai al 99% dall’aggressiva variante Delta importata dall’India. Si è raggiunto il picco di 26.068 casi nelle ultime 24 ore censite, record nel Paese dal 23 gennaio. Una situazione che preoccupa anche in Italia in vista della partita Ucraina-Inghilterra, valida per i quarti di finale di Euro 2020, che si disputerà sabato sera allo stadio Olimpico di Roma. Per chi arriva dal Regno Unito è prevista la quarantena di 5 giorni, una misura che dovrebbe scoraggiare i supporters inglesi dal mettersi in viaggio. Nonostante ciò, c’è sempre il rischio che i sostenitori della nazionale allenata da Southgate raggiungano la Capitale per il match, aggirando i provvedimenti. Tuttavia dal Viminale assicurano: “Non ci saranno deroghe“. A tal proposito si è espresso anche Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio: “La quarantena deve essere rispettata“.

Sulla stessa linea anche il direttore dell’Istituto nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma Francesco Vaia, il quale a “Lavori in Corso” ha esortato il blocco dei tifosi inglesi all’ingresso dello stadio, adottando, se necessario, anche misure più severe di quelle già in vigore.
Ecco il suo intervento ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

“I sotterfugi ai quali possono ricorrere i tifosi inglesi non ci fanno bene. Io ho promosso dei protocolli per far tornare i tifosi negli stadi a Roma in occasione degli Europei, ma a condizioni molto rigide: che all’interno dello stadio si costituisca un bolla con i tifosi vaccinati in seconda dose, non in prima. A proposito, se il green pass in Europa viene rilasciato in seconda dose e in Italia in prima, ora bisogna ripensarci con lo scenario che è mutato. Allo stadio deve essere impedito l’accesso a chi non ha il green pass (se europeo in 2° dose) a chi non è vaccinato e a chi non ha il tampone 48 ore prima. Si ricorrerà alle forze dell’ordine in caso contrario. Abbiamo sempre detto che è un problema di sistema. Non si può avere una nuova Atalanta-Valencia in Italia. Quindi pochi posti, nella percentuale raccomandata, e che tutte le persone all’interno abbiano o fatto il vaccino o fatto un tampone negativo. Non c’è da discutere.

È un momento molto delicato: siamo nel momento in cui bisogna sferrare il pugno finale al nostro avversario, ossia il Covid, che in questo momento è frastornato. Solo noi possiamo farlo riprendere facendo errori con comportamenti irresponsabili. Bisogna che ci sia una risposta d’insieme, non possiamo permetterci di abbassare l’attenzione. È ancora il tempo della severità e come ordine pubblico dobbiamo evitare che queste persone accedano allo stadio. Le accompagniamo fuori, non le facciamo assembrare e se serve dobbiamo attuare misure più severe. Non ci possiamo permettere occasioni di contagio. L’ho sempre detto: lo sport è importante ma qui siamo di fronte ad atteggiamenti di irresponsabilità che non possiamo permetterci.

Non ho l’autorità ma un minimo di autorevolezza conquistata sul campo e posso dire anche ai politici che loro devono risolvere il problema. Il Ministro dell’ordine pubblico o quello della sanità non deve dire ‘abbiamo questo problema’, ma devono risolverlo. Questo è il momento della severità.

Oggi in Italia abbiamo una tripartizione tra variante inglese (Alfa), brasiliana e indiana (Delta), e quest’ultima è destinata a diventare predominante, ma come detto siamo vicini al colpo del ko e i numeri lo testimoniano, anche allo Spallanzani. Diminuiscono contagi, ospedalizzazioni e mortalità. Tuttavia da buoni padri di famiglia dobbiamo preoccuparsi del futuro. Da un lato non dobbiamo drammatizzare ma dall’altro dobbiamo usare il buonsenso. La variante non deve essere strumentalizzata. Ma il buonsenso ci dice che se ci sono persone che vengono da un Paese in cui la variante circola molto di più noi dobbiamo cercare di far venire persone negative. Dobbiamo far capire ai cittadini che il virus sta cambiando, e noi dobbiamo correre più veloci del virus, attraverso le vaccinazioni per avere la percentuale di immunizzati più alta possibile. In definitiva: non dobbiamo spaventarci con la variante Delta ma da persone di buonsenso dobbiamo evitare che venga e si espanda. Non dobbiamo spalancare la porta”.