Demandando la competenza in materia di sanità alle istituzioni regionali, nessuno all’epoca della riforma del titolo V della Costituzione si sarebbe immaginato un simile effetto. Di certo una simile pandemia era difficilmente pronosticabile, ma ciò non toglie che oggi vada fatta una riflessione su benefici o malefici apportati con quella modifica della Carta.

A causa del covid-19 abbiamo assistito nei mesi scorsi a scontri tra i diversi livelli istituzionali e a fratture nell’uguaglianza di trattamento da regione a regione. E’ accaduto per esempio in merito alle vaccinazioni antinfluenzali e potrebbe succedere lo stesso con il vaccino anticovid che dovrebbe arrivare.

Come interpretare i difetti di questo federalismo regionale in ambito sanitario? Alcune risposte le ha fornite Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma, ospite di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Questo il suo commento a “Lavori in corso”.

“Alle farmacia una parte delle dosi vaccinali”

“Già nel mese di giugno avevamo denunciato la difficoltà a reperire dosi vaccinali sul mercato. Questo perché la grande richiesta a livello mondiale a fatto sì che le singole regioni si fossero approvvigionate in quantità superiori per ampliare la fascia delle categorie protette. Abbiamo segnalato con prontezza la situazione al ministro della Salute, che ha scritto alla conferenza Stato-regioni chiedendo che una parte delle dosi vaccinali fosse ritornata alle farmacie”.

“Il titolo V danneggia il Paese nell’emergenza”

“Il titolo V della Costituzione da questo punto di vista danneggia il Paese. Nel momento dell’emergenza bisognerebbe dare lo stesso lo stesso diritto alle vaccinazioni al cittadino di Lampedusa e a quello di Aosta.

Questo è un problema che risale a tanti anni fa. Si è arrivati a questo federalismo regionale che riguarda anche la sanità. Nel momento dell’emergenza sarebbe bene rivedere questo sistema”.


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