Sono mesi a dir poco complicati per gli studenti italiani, costretti da marzo ad uno stravolgimento del loro diritto all’istruzione. Un principio sancito dalla nostra Carta costituzionale poiché è garantendo lo studio ai suoi cittadini più piccolo che lo Stato assicura ad ognuno di loro la piena formazione e affermazione.

Invece quello che è accaduto con il lockdown, lo stato di emergenza e le restrizioni per evitare il contagio sta avendo ricadute sul diritto degli studenti. Prima con la chiusura delle scuole e lo status di instabilità e disparità instaurato con la didattica a distanza. Adesso con l’insicurezza sul futuro incerto della riapertura.

Anche i diritti degli studenti sono venuti meno. E dell’argomento hanno discusso Luigia Luciani e Stefano Molinari insieme al professor Enrico Michetti. Ecco le riflessioni del direttore della Gazzetta Amministrativa.

“Ministri che parlano come bambini delle elementari, cosa possiamo aspettarci?” ► Michetti

“Il diritto allo studio è garantito dalla Costituzione. L’istruzione è un diritto che va al di sopra di tutto e di tutti. Nel diritto allo studio tu devi assicurare la piena formazione e affermazione della persona umana.

Quando la ministra pensa all’alunno dovrebbe pensare che non ha di fronte una cavia, ma delle persone umane che vanno lì perché devono essere formate. Che cosa dice la ministra Azzolina? Che cosa si farà per l’istruzione dei nostri figli al di là di banchi e mascherine?

Non chiedo miracoli a persone che non possono farlo. Se tu non hai la capacità, non hai la competenza, non sai neanche dove stai, possono passare altri mesi per fare qualcosa. Non ci dobbiamo stupire che il re è nudo. Sentire parlare alcuni ministri, manco i bambini delle elementari”.


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