A volte funge da faro democratico, altre da guida giuridica. Si chiama Costituzione ed è uno dei più preziosi cimeli che i nostri antenati ci abbiano potuto lasciare in dono. Tutti conosciamo il percorso di guerre e dittature dalla quale è sorta la Carta, anche se in pochi negli ultimi tempi sembrano ricordarlo.

In particolare alla luce dell’emergenza che si è tradotta nella limitazione di libertà costituzionali, per l’appunto, alcuni articoli al suo interno hanno assunto il peso di una zavorra. Come se per l’attuale classe dirigente la Costituzione fosse stata un impedimento ai Dpcm che comunque hanno vietato e poi ‘concesso’ il diritto alla circolazione (leggasi quarantena), alla riunione (leggasi assembramento) ecc…

Per riportare in auge il valore della nostra Carta costituzionale, Fabio Duranti ne ha discusso l’importanza insieme al professor Enrico Michetti e a Francesco Vergovich.

Questo il commento di Fabio Duranti a “Un Giorno Speciale”.

“No, quello che volevo dire è rispondere alle centinaia di persone che mi dicono: ‘ma perché fai tutto ciò?’

Ecco, viene dal fatto che siamo nati a pane e cultura. Noi abbiamo studiato le leggi e come funziona lo Stato. Oggi chiedi ad un ragazzo di terza media come funziona lo Stato, le Camere ed il resto, quello ti guarda in faccia e ti dice ‘ma se beve? se fuma?’

Le persone sono andate a morire per la libertà. Ecco perché oggi mi fa ridere parlare di un raffreddore che in qualche rarissimo caso ci può portare delle complicanze barattate per la libertà. A me fa ridere questa cosa.

Hanno offeso e stanno offendendo le persone che sono morte per scrivere la Costituzione. Io ho vissuto una vita intera a ragionare e lavorare sulla base di questa Costituzione e oggi mi ritrovo che non vale più niente?

Ecco perché mi avveleno, perché viene smontato tutto quello che mi è stato insegnato fino ad oggi”


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