Ma vi rendete conto della sceneggiata alla quale abbiamo assistito per avere i famosi miliardi dell’Europa?
Facciamo brevemente chiarezza: siamo sotto scacco di olandesi e austriaci.
Quello che i telegiornali non spiegano in modo chiaro è che quei soldi, in larga parte, sono nostri!

Non esistono i fondi europei. Sono fondi, quelli, che gli Stati danno all’Europa. L’altra cosa da chiarire è che noi non siamo “a debito”.
Siamo sempre trattati come barboni che buttano via il denaro, ma quel denaro è nostro. Se il denaro è mio ne faccio quello che voglio.

Premesso che non accetto le accuse di “mafioso”, perché il 99,9% degli italiani non lo sono, se noi volessimo prendere quei soldi e buttarli in strada, sarebbe un nostro diritto, perché ripetiamolo, quei soldi sono nostri!

I famosi “contributi europei” sono espressione di una letteratura giornalistica per farci stare all’interno di questa gabbia nella quale noi mettiamo denaro da vent’anni per poi sentirci dare lezioni di morale quando ne abbiamo bisogno.
Non c’è allora dubbio su ciò che bisogna fare: uscire dall’Unione Europea, dal sistema euro.

Provate a chiedere ad un europeista per quale motivo vuole stare in Europa.
Al 99% la risposta sarà: “Eh, ma se usciamo cosa succede ai risparmi degli italiani? Cosa succede alla lira, alla svalutazione e alle cavallette d’Egitto?“.

Hanno cioè paura delle conseguenze: nessun europeista esiste davvero in Italia, nessuno ama stare in Europa, non c’è vantaggio nello stare in Europa.
Quello che c’è è soltanto la paura di non poterne uscire.

Come se fossimo in una sorta di matrimonio al capolinea, in cui i due amanti non si amano più. Perché non si lasciano?
Temono i costi finanziari del divorzio.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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