Un crollo all’improvviso. La Lazio, dopo tre mesi di stop del campionato, ha perso l’orientamento lungo la strada per lo scudetto. A marzo il castello biancoceleste sembrava indistruttibile, con vittorie a ripetizione e un gioco trascinante.

Nel cuore dell’estate invece qualcosa si è rotto. Rosa troppo corta? Condizione atletica inadeguata? Dilemmi che gli addetti ai lavori stanno sviscerando proprio in queste ore. Il tonfo dell’Olimpico contro il Milan ha tolto il velo su una squadra fragile e vulnerabile.

Ora la banda di mister Inzaghi accusa 7 lunghezze di distanza dalla capolista Juventus. Nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’ le Teste di calcio hanno analizzato la situazione evidenziando i motivi del calo biancoceleste. In studio Francesco Di Giovambattista.

Alessandro Vocalelli

Non mi aspettavo ci fosse un solco così netto dopo 4 giornate di ripresa del campionato. La Lazio che non aveva perso per 21 partite poi ne ha perse il 50%. Credo però che sia la somma di problemi come infortuni e altre difficoltà, su cui sarà il caso di interrogarsi, che mi fanno dire una cosa. Cioè che il ritorno del campionato è utilissimo per la Lazio. Per capire che questo sarà il ritmo, con temperature diverse, che la Lazio dovrà fare il prossimo anno con la Champions League. In Champions League ci devi andare per fare una buona figura, come sta facendo l’Atalanta e le altre. Mi sembra che a distanza di 3-4 giorni, con partite così impegnative, questa rosa privata di 3-4 titolari non è in grado di reggere per cui credo che comunque questa è un’esperienza positiva per la Lazio.

Furio Focolari

Sono d’accordo con Vocalelli. E’ chiaro che non ce l’aspettavamo. Chi se lo aspettava? Neanche Sarri se lo aspettava. Interrompiamo il campionato con la Lazio a -1, lanciatissima e in palla senza mai infortunati, era quella la novità assoluta. Ricominciamo un campionato, che per altro ha voluto a tutti i costi e giustamente, e non so cosa sia successo. Adesso ci sarà qualcuno che farà il furbo e dirà: ‘Ma che pensavate?’ Potevano pensare che la Lazio perdesse con l’Atalanta, ma non con questo Milan. La sorpresa negativa in assoluto, oltre alla Lazio, è l’Inter. Ha pareggiato col Sassuolo, ha vinto col Parma e Brescia, poi ha perso col Bologna.

Tony Damascelli

Un distacco del genere non poteva prevederlo nessuno. Sul calo della Lazio io avevo mandato un messaggio a Furio Focolari alla fine del primo tempo con l’Atalanta. In quella partita la Lazio non riusciva a gestire, come ha saputo fare per tutta la stagione, il gioco in mezzo al campo e così è successo con il Milan. Col Milan secondo me la Lazio non ha pagato l’assenza di Immobile dei due davanti, che comunque è importante, ma in mezzo al campo Bennacer e Kessie sembravano due centrocampisti spaziali. Questo è un cattivo segno. Uno dei problemi riguarda la preparazione atletica.

Luigi Ferrajolo

Dopo la sosta dovuta al Covid non mi aspettavo nulla e non ero in grado di fare previsioni. Io credo che questo non sia il campionato, è un’altra cosa. Il campionato si è giocato regolarmente fino a quando la Lazio era ad un punto dalla Juventus. Questo è un’altra cosa, diciamo la verità. La sosta ha danneggiato alcune squadre, tra cui la Lazio che stava andando fortissimo che ora si trova a giocare ogni tre giorni. E’ tutto innaturale. Secondo me noi dobbiamo considerare il campionato prima della sosta. Ci si chiede: come mai la Lazio è arrivata a 7 punti di distacco dopo poche partite? E allora come mai il Bologna vince a Milano con l’Inter? Come mai la Roma fa ridere? Come mai ci sono 100 mila rigori o espulsi come se piovesse? E’ un’altra cosa. Come mai molte squadra giocano bene il primo tempo e scoppiano il secondo? Poi i criteri saltano.

melli

Franco Melli

Io sono molto deluso. Pensavo che la Lazio ce la facesse di più a tenere un certo collettivo, una certa pericolosità e invece è crollata. Quindi è andato tutto all’opposto rispetto a quello che pensavamo e che pensavano Lotito e Diaconale che, un giorno sì e l’altro pure, chiedevano di ripristinare il campionato. Alla base c’è un discorso che riguarda gli investimenti e la presunzione di credere che con quattro soldi, trovando qualche giocatore importante, tu puoi competere per 7-8 mesi con le squadre più forti piene di campioni e alternative importanti. Quando ha dovuto usare le alternative la Lazio ha mostrato tutti i suoi limiti. Direi che anche nei titolari bisognerà rivedere qualcosa a cominciare dal portiere.

Paolo Cericola

Secondo me ci sono due strade parallele da affrontare. La prima è quella dell’analisi della parte tecnica. Cioè questa è una squadra che si è retta principalmente sul capocannoniere del campionato, che ha messo a segno 29 goal in 29 partite, che l’ha supportata e presa in braccio per l’ennesima stagione. 66 goal ha collezionato complessivamente la Lazio, 38 sono di Immobile e Caicedo. Caicedo 8 goal, ed è l’alternativa di lusso di tutta la Serie A, dopo c’è Correa a 7 che sarebbe il titolare. Dopo ci sono a 5 Milinkovic e Luis Alberto. Quindi vuol dire che se non segna Immobile, come è successo contro il Milan dove non c’era, mancano fluidità e velocità sotto porta. L’altra strada è quella della gestione delle risorse e degli infortunati. Questa cosa non riguarda l’allenatore perché lui non forza mai, ma chiede. Una volta che gli viene data disponibilità al mettere in campo l’atleta, si fida di quello che gli dicono. In questa situazione si è preso dei rischi che poi purtroppo si sono verificati sbagliati.


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