Classe, corsa e spiccate doti offensive. Queste sono le peculiarità scritte a caratteri cubitali sulla carta d’identità calcistica di Vincent Candela. Il fuoriclasse transalpino che ormai si sente un romano a tutti gli effetti. Artefice, insieme a Totti e tanti altri campioni, del trionfo scudetto della Roma di Capello nel 2001.

Il funambolico esterno francese è intervenuto in diretta nel pomeriggio di ‘Radio Radio Lo Sport’. Diversi i temi affrontati insieme a Stefano Raucci, Francesco Di Giovambattista, il Direttore Ilario Di Giovambattista, Enrico Camelio e le nostre ‘Teste di calcio’ in collegamento.

Sulla ripresa del campionato e la lotta scudetto

Certo, sto seguendo la ripresa del campionato. E’ un po’ strano ma i valori sono quelli. Le squadra davanti vincono, sicuramente le piccole squadre invece avranno più difficoltà avendo una rosa limitata e giocando ogni tre giorni. Non è facile però è giusto che il campionato sia ripartito e che finisca. Poi alla fine si vedrà. Sarri sta mettendo molto del suo ed in campionato, alla lunga, la rosa della Juventus è molto più forte. Quindi penso che comunque i bianconeri vinceranno lo scudetto quest’anno”.

Complimenti a mister Rino Gattuso

Oggi, nel mio ruolo, il giocatore che mi somiglia di più è Alex Sandro della Juventus. Attualmente, come allenatori, Sarri non è il mio favorito. Gattuso ad esempio ha dimostrato di essere l’uomo giusto per Napoli. E’ arrivato e ha vinto la Coppa Italia. Gattuso sia con il Milan, sia con il Napoli mi sta piacendo tanto”.

Il calcio è molto fisico e non più tecnico come una volta

Sicuramente in questi anni è cambiato il calcio, come è cambiato il mondo. Non so dire se in peggio o in meglio, perché lo vedo da fuori. Di sicuro però fisicamente sono più preparati. Prima noi non avevamo le scuole calcio e magari giocavamo 10 ore al giorno dalla mattina alla sera, invece oggi i bambini si allenano due ore il pomeriggio. E’ cambiato anche la voglia, la passione, la fame. Oggi quasi tutti i bambini hanno tante cose e magari il calcio non è la prima passione in assoluto. Oggi il calcio è molto più fisico e meno tecnico. Ho visto l’ultimo Mondiale e non mi ha entusiasmato tanto, anche se ha vinto la Francia”.

Una vita da esterno sinistro con licenza offensiva

All’età di 15 anni ho iniziato a giocare come esterno sinistro. In Nazionale, come giusto che sia, si rispettano i ruoli. Quando sono arrivato Lizarazu era il titolare e poi nel 2002 ho deciso di smettere con la Nazionale. Ho chiesto: ‘c’è ancora Lizarazu?’ hanno risposto di sì e allora ho detto basta. Lui era molto più difensore di me. In Nazionale non serviva; i difensori dovevano fare i difensore e comunque Lizarazu era un grande campione”.

Milinkovic è il diamante prezioso della Lazio

 “Io sono sportivo e dico che la Lazio ha 11 giocatori bravissimi. Inzaghi sta facendo bene. Sono i fatti che contano, non le chiacchiere. Sarebbe sciocco dire il contrario. Non penso, ma non perché sono romanista, che vinca lo scudetto. Perché ancora 8 partite e penso che alla lunga la Juventus sarà davanti, però Inzaghi con la Lazio sta facendo un bel campionato con una rosa importante. Io dalla Lazio prenderei Milinkovic per l’età, per le sue doti tecniche, per quello che ha dimostrato in campo. E’ un giocatore che può giocare in qualsiasi squadra”.

Un francese con sangue romano nelle vene

Ho vissuto più a Roma che in Francia. Io non dimenticherò mai le mie radici, ma sto bene a Roma. I miei 4 figli sono nati a Roma. Vado ogni tanto in Francia però Roma mi ha dato tanto e mi trovo benissimo con questa città”.

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