A Roma ci doveva essere una grande manifestazione, però simbolica, del centrodestra per protestare contro le azioni del Governo che non sarebbero state abbastanza efficaci e tenere conto delle impellenze di una parte della popolazione che non sarebbe stata considerata. In realtà questa manifestazione si è subito trasformata in un corteo in cui le distanze non sono state mantenute e non aveva niente di simbolico, era piuttosto invece qualcosa di molto concreto.

Ora se sono i nostri governanti, i nostri rappresentanti dell’opposizione a dare il cattivo esempio poi sarà difficile che gli altri mantengano le distanze durante la movida o in altre occasioni. Quindi sarebbe forse opportuno che chi decide queste cose lo faccia sapendo quello che fa e sapendo di tenere il polso e anche la saldezza della situazione che invece, evidentemente, è sfuggita di mano se devo pensare alle parole dei leader che hanno detto che non volevano quel tipo di cosa.

Questa insofferenza alle regole è un po’ tipica di noi italiani; non le vorremmo, vorremmo farcele per conto nostro. Pensiamo spesso che siano cervellotiche, invece di lavorare per cambiarle cerchiamo di aggirarle oppure di compensarle. Questo è quello che abbiamo sempre fatto. La stessa cosa che sta avvenendo per decretare la fine dell’epidemia. Qualche medico, stavolta un virologo davvero e non un anestesista rianimatore che con tutto il rispetto però non ha alcuna contezza di quelle che sono le malattie epidemiche nel loro sviluppo teorico e anche qualche volta pratico, dice che ci troviamo esattamente nella situazione che c’era prima dell’arrivo della pandemia.

Questo naturalmente può voler dire due cose: o che sta finendo, oppure che sta cominciando un’altra fase. Un’altra fase che tutti quanti dicono di doversi aspettare. Noi naturalmente speriamo e contiamo di noi, ma la prudenza è quella che ci deve guidare. Insomma è come dire: ‘Non abbiamo paura di attraversare una strada, perché quello lo dobbiamo fare, però facciamolo con gli occhi aperti non con gli occhi bendati facendo finta di niente’. Ma le due cose si saldano insieme.

Noi italiani non ne possiamo più, come non ne possono più anche tutti gli altri popoli, e allora cerchiamo delle scorciatoie convincendoci che ci siano degli aspetti e dei quadri che invece non siamo ancora sicuri che ci sono. Per esempio che l’epidemia e la pandemia siano finite. Ragioniamo con prudenza ora perché dopo è più difficile recuperare.


GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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