La fascia di capitano al braccio è un onore, è un privilegio, è il riconoscimento al ruolo e alla carriera. La fascia di capitano della nazionale italiana, di calcio e di qualunque altra disciplina, rappresenta il massimo premio per un professionista che, cingendo l’omero con una fascia, manda un messaggio agli avversari, all’arbitro e ai propri sodali.

Nell’ultima partita dell’Italia contro l’Armenia, Bonucci Leonardo ha indossato la fascia ma soltanto per scambiare i gagliardetti all’inizio della contesa.

Poi è tornato a vestire i soliti panni del furbastro, vivendo il suo minuto da idiota e costringendo l’arbitro a espellere un avversario colpevole di un atto violento che mai era stato compiuto nei confronti del difensore azzurro.

Ora Bonucci Leonardo, nell’occasione, avrebbe potuto segnalare allo stesso arbitro che l’azione dell’armeno non era stata affatto violenta, invece ha preferito rotolarsi teatralmente sul prato, portandosi le mani al viso, cosa che gli riesce abitualmente, quando, dopo un gol, invita il pubblico, con un gesto volgare, a sciacquarsi la bocca. Ora Bonucci Leonardo non può essere il capitano di una Nazionale quattro volte campione del mondo, non può indossare la stessa fascia portata al braccio da Valentino Mazzola e Cesare Maldini, da Facchetti e Zoff, da Scirea a Cannavaro e Buffon, tutta gente tosta, di sangue e di cervello, campioni veri e di censo alto.

Mancini dovrebbe avere il coraggio di togliere quel nastro illustre dal braccio dello juventino e consegnarlo magari a una giovane promessa, da Sensi a Chiesa a Romagnoli. Non credo possa accadere, troppo facile lasciare a casa Zaniolo o Kean per motivi disciplinari, più difficile punire un titolare così presuntuoso e modesto.

Tony Damascelli


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