Debito, banche, austerità. La criticità della situazione economica italiana è al centro dei riflettori da molti anni. Politici, economisti ed esperti sottolineano ogni giorno come l’Italia sia un paese alla deriva e l’Europa non perde mai occasione di bacchettare la gestione dei conti e di richiamarci all’austerità.

Eppure l’economia italiana è storicamente una delle migliori del mondo e il suo avanzo primario è praticamente sempre stato positivo negli ultimi trent’anni. La spesa dello Stato è sempre inferiore rispetto rispetto alle entrate ottenute attraverso la tassazione.

Allora perché lo spauracchio del debito pubblico è sempre presente? Perché continuano a tassare i cittadini sempre di più se il bilancio è positivo?

Ne abbiamo parlato con Valerio Malvezzi, economista che da sempre pone al centro del dibattito economico tematiche e argomenti troppo spesso ignorati.

“Fino al 1991 – prima della separazione – la Banca d’Italia ottemperava alle richieste del Ministro del Tesoro, quindi il debito era un debito interno, con Banche esterne poche coinvolte. Era un mondo completamente diverso. Poi hanno iniziato a parlare di privatizzazioni e a pensare che la politica fosse un male.

I cittadini pensano che l’Italia sprechi i soldi e che la spesa pubblica sia un demone, cerchiamo di fare chiarezza. Il nostro Stato spende più di quanto incassa? No. E’ in deficit? No. Per decenni abbiamo avuto uno Stato che ha tassato molto di più di quanto ha speso. Quindi abbiamo risanato il bilancio? Con tutti gli avanzi primari degli ultimi trent’anni avremmo azzerato il nostro debito pubblico. Ma così non è stato. Il debito pubblico è esploso perché lo abbiamo dato nelle mani di banche speculative private. Il pagamento degli interessi non ci permette di uscire da questa situazione. Aggiungo che il debito pubblico non è fatto per essere pagato in nessun paese del mondo. Dal 1945 ad oggi nessun paese ha pagato il debito, tutti pagano interessi sul debito.

In un mondo normale lo Stato si finanzia con l’emissione della moneta. In un mondo normale lo Stato non si finanzia con le tasse ma con l’emissione della moneta. Le tasse non servano a pagare la spesa pubblica ma a drenare la liquidità in eccesso che creerebbe inflazione. In un mondo normale si cerca la piena occupazione, non di pagare gli interessi di banchieri privati.

Se vogliamo fare la lotta all’evasione facciamola nei confronti delle banche. Chiediamo ai banchieri se tutto il reddito viene prodotto e tassato in Italia. Parliamo delle multinazionali. Parliamo delle aziende che possono produrre reddito in un paese e tassarlo in un altro in modo legale. Allora l’evasione è il bar che non ha fatto lo scontrino fiscale o i grandi miliardi che fuggono dal nostro paese sotto gli occhi di tutti? Però è più facile andare a colpire il più piccolo”.

STUDIARE E PARLARE DI ECONOMIA UMANISTICA PER GUARDARE AL FUTURO.

Il prof. Gianni Cara presenta il dipartimento di Economia Umanistica – diretto dal Prof. Valerio Malvezzi – presso l’Università Internazionale per la Pace.


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