10) Sinisa Mihajlovic

Una cosa appare chiara, a nostro avviso: è come se in panchina, a Verona, avesse fatto accomodare tutti quelli che combattono con una malattia grave, sotto lo sguardo di tutti i loro affetti fiaccati dalla paura, degli amici angosciati. È evidente che non lo ha fatto soltanto per se stesso.

9) Robert Lewandowski – Mohamed Salah

Una tripletta che sconquassa lo Schalke tra le sue mura per l’uno; una doppietta che annichilisce l’Arsenal per l’altro, con la seconda segnatura che un compendio delle sue doti più spiccate. I signori del gol non tradiscono mai.

8) Fiorentina – Napoli

Comunque fosse andata a finire, questo sarebbe stato il voto, parlandone da spettatori neutrali, che è un distinguo importante. Ritmi già autunnali, ribaltamenti di fronte continui, segnature frutto di giocate preziose. Anche errori in disimpegno, che hanno contribuito a rendere più incerto l’esito. Crescendo partenopeo nella seconda parte, folate viola che non sono mai cessate. Chapeau.

7) Lazio

Autorevole nell’imporre la propria manovra; a tratti anche autoritaria nel variare a piacimento i ritmi della gara. Torna da Marassi con l’abito di favorita per il derby: se lo è cucito addosso con tutta la personalità evidenziata contro una frastornata Sampdoria.

6) Sami Khedira

Fino al momento in cui ha iniziato a lampeggiare la lucina della riserva, ha esibito lucidità e geometrie, rivendicando il diritto a farsi consegnare le chiavi del centrocampo bianconero: con Sarri come con Allegri, quando l’integrità lo assiste.

5) Adrien Rabiot

Pesce fuor d’acqua, al Tardini. Entra nel momento più faticoso per la Juventus, sbagliando palloni anche semplici. Deve masticare e digerire il campionato italiano.

4) Milan

È ancora agosto per tutti, per carità; anche per l’accaldatissimo ed agitato Giampaolo della conferenza del prepartita. Però a Udine si è visto un tiro di Borini a lato, in mezzo al dominio friulano.

3) Massa – Valeri

Un concentrato di tutto l’autolesionismo che riesce a infliggere la classe arbitrale a se stessa, quello che è andato in onda al “Franchi”. Con l’aggiunta dell’uso peggiore possibile che si possa fare della discrezionalità.

2) La tribuna centrale dell’ “Artemio Franchi”

Perlomeno, gli occupanti delle poltroncine sopra la panchina di Carlo Ancelotti, uno che non perde le staffe quasi mai. In quel “quasi”, tutta l’inciviltà di cui sono capaci gli occupanti dei nostri stadi.

1) Dries Mertens

In una serata costellata da sue grandi giocate, su tutte il lancio millimetrico che apre l’azione del definitivo vantaggio partenopeo, si macchia di una simulazione quasi kitsch, ai danni del povero Castrovilli. Irritante.

Paolo Marcacci


LEGGI ANCHE: