Noa Pothoven sceglie di lasciarsi morire rifiutando di nutrirsi a soli 17 anni. Dopo aver subito degli stupri in tenera età la ragazza rimane schiacciata dalla sua depressione e non vede altre vie d’uscita. Una questione molto controversa, quella accaduta in Olanda, che ha diviso l’opinione pubblica. Giusto o sbagliato?

Il Professor Alessandro Meluzzi, psichiatra e psicoterapeuta, ha le idee chiare: “Il suo avviso era un disperato grido di aiuto. Una concezione burocratica della psicologia, della medicina e della psichiatria che non ha saputo o non ha voluto realizzare un intervento utile, efficace e veramente amorevole nei confronti di questa persona”. A ‘Lavori in corso’ l’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

“Qualche mio paziente si è suicidato, sono state le sconfitte più grandi della mia vita” – Alessandro Meluzzi

Che si tratti di eutanasia oppure no poco importa secondo il Dottor Meluzzi: “Se si pensa che la vita di chiunque possa essere sbattuta nella spazzatura per la semplice richiesta dell’interessato allora si cambia la natura dell’uomo. Se si distrugge l’idea di qualsiasi sacralità della vita e si riduce a un fatto di pura soggettività del momento, non sarà soltanto il trionfo dei suicidi, ma sarà il trionfo di ogni forma di autodistruzione”.

L’angoscia – sottolinea Meluzzi – fa parte della condizione umana ed è proprio a lei che si devono creatività artistica e capolavori della letteratura e della filosofia: “La vita umana non può prescindere dall’angoscia, ma se passiamo dal corto circuito dell’angoscia come sensazione soggettiva all’esecuzione capitale di chiunque provi l’angoscia allora è la fine dell’umano”.


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