26 aprile 1986. Una data che sancisce, in modo indelebile, uno dei più grandi eventi nucleari della storia, del quale noi, cittadini di tutto il mondo, ne paghiamo, a distanza di 33 anni dall’accaduto, ancora lo scotto. Anche se alcuni di noi non erano lì a viverlo.

Ma cosa successe davvero a Chernobyl, città industriale dell’Ucraina settentrionale dove, a 18 km di distanza (e a 3 da Pripyat), era situata la centrale nucleare “V.I. Lenin”? E quali conseguenze scaturirono da quell’evento catastrofico, classificato dall’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) di grado 7, il massimo su scala internazionale?

Chernobyl: i fatti

Spostando indietro le lancette del tempo di poco più di tre decenni e ripercorrendo i fatti, si evince che alle ore 1:23, mentre erano in corso dei test di sicurezza nella centrale nucleare, uno dei quattro reattori che da soli producono il 10% dell’energia elettrica dell’Ucraina, il numero 4, esplose, forse a causa di errori umani, uniti ad alcune falle tecniche e strutturali durante le verifiche. Lo scoppio liberò il vapore surriscaldato, che fece saltare in aria il coperchio di oltre mille tonnellate, utile a chiudere ermeticamente il nocciolo del reattore.

L’enorme quantità di grafite liberata provocò un incendio. Da lì la formazione di una nuvola densa di particelle radioattive, cinquecento volte più dannosa di quella prodotta delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, che fagocitò e contaminò tutta l’area intorno alla centrale. Gli abitanti della città dovettero abbandonare le loro case ed essere evacuati in massa, mentre squadre di migliaia di operai e tecnici, denominati poi ‘liquidators‘, vengono inviate per i primi, affannosi interventi di contenimento della fuga radioattiva.

Le conseguenze

L’esposizione alle radiazioni, in quell’area così contaminata, fu loro fatale: molti morirono di tumori e leucemie in poche settimane o mesi, altri hanno assistito a conseguenze devastanti sulla pelle dei loro figli e delle generazioni future.

Attraverso il vento, le particelle radioattive toccarono prima in Ucraina, Bielorussia e Russia, e poi gran parte dell’Europa occidentale, seppur in proporzioni minori. Si parla di 4.000 casi di cancro alla tiroide tra Bielorussia, Ucraina e Russia, per l’esposizione nel solo periodo 1992-2002 mentre, ad oggi, tra i 5 milioni persone residenti nell’area considerata ufficialmente contaminata si registra un’alta diffusione di patologie dermatologiche, respiratorie, infertilità e malformazioni.

Anche la fauna e le specie animali hanno risentito del disastro di Chernobyl: ad oggi, nell’area contaminata, molti uccelli e mammiferi hanno subito danni genetici ed è aumentato il tasso di mutazione in molti organismi. Alcuni animali hanno sviluppato cataratte agli occhi e dimensioni più ridotte del cervello.

Chernobyl diventa serie tv: quando esce in Italia?

Nonostante risulti ancora imprecisato il conteggio delle persone che persero la vita durante l’evento nucleare, la drammatica vicenda che ha avuto luogo a Chernobyl ha ispirato, di recente, una serie tv.

Già acclamato negli Stati Uniti, registrando il pieno di consensi da parte dei telespettatori e dei critici, il prodotto televisivo, frutto della co-produzione di Sky e di Hbo, approderà in Italia il prossimo 10 giugno.

Cinque episodi per entrare nel vivo di una ricostruzione dettagliata, analitica e vivida dei fatti accaduti, in quella fatidica notte del 26 aprile 1986, nella centrale nucleare “V.I. Lenin”. Cinque pillole seriali di qualità, che si preannunciano interessanti e che nulla sembrano invidiare a puntate di produzioni differenti, ma d’indiscusso successo come “Game of Thrones” e “The Walking Dead”.

E, sotto le sapienti mani del regista Johan Renck, prende forma un racconto che vanta, tra i suoi punti a favore, un cast stellare: Jared Harris nelle vesti del fisico sovietico Valery Legasov (tra i primi a comprendere l’enorme portata del disastro), ed Emily Watson in quelli di Ulana Khomyuk, la scienziata che punta a scoprire cosa aveva causato l’esplosione della centrale nucleare.

Dentro anche Stellan Skarsgard, che interpreterà il vice primo ministro dell’Urss a capo della commissione governativa che farà luce sull’incidente, e Jessie Buckley nei panni di Lyudmilla, giovane moglie di Vasily, un vigile del fuoco che non riuscirà a evitare l’esposizione alle radiazioni della centrale “V.I. Lenin”.