Ma sei ancora qui a parlare della vicenda di YouTube, durata 24 ore e poi rientrata?
Non importa. È rientrata perché Radio Radio aveva il potere di mobilitare due milioni di persone in sua difesa. Ma io devo continuare.
Sento di dover continuare questa difesa nei confronti dei piccoli, di coloro che un domani posso ritrovarsi chiuso l’account, censurati dei video da una società privata multinazionale americana, che paga le tasse dove vuole e può decidere quali pensieri vadano bene e quali vadano male, e che sulla base di algoritmi o segnalazioni delatorie di persone organizzate a fini politici, chiude canali.

Si può perdonare?
È una domanda che ci poniamo e che si pone Friedrich Nietzsche nel suo libro “Il viandante e la sua ombra”.

Come si può in genere perdonar loro, se non sanno quello che fanno?
Non si ha proprio nulla da perdonare. Ma un uomo sa mai completamente quello che fa?
E se ciò resta sempre per lo meno problematico, gli uomini non hanno mai da perdonarsi nulla, e usare clemenza è per il più ragionevole una cosa impossibile.
Se i malfattori avessero veramente saputo quel che facevano, noi avremmo diritto di perdonare loro, solo se avessimo il diritto di accusare e di punire.
Ma questo diritto non l’abbiamo
“.

Questo è il pensiero di un filosofo che adoro, un anticonformista, uno che ha creato scalpore, che è stato accusato di tutto.

Radio Radio ha dato voce a persone che esprimono dissenso, ha dato voce anche a persone del mainstream, che hanno esposto la loro letteratura del debito pubblico e i loro indottrinamenti sull’Europa che vediamo da trent’anni su tutti gli organi d’informazione.
Ha dato però spazio anche a persone come me, che sostengono l’esatto opposto. E le persone come me danno fastidio, creano scalpore con queste rubriche.
È quindi necessario silenziare tali voci.

Io non perdono. Anzi, continuo a dare fastidio.
Difendete la libertà d’informazione, perché è alla base dell’Economia Umanistica.

MalvezziQuotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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