Valerio Nicolosi, Reporter a bordo della nave di salvataggio Open Arms, ha commentato ai microfoni di Radio Radio, durante “Lavori in Corso” quanto avvenuto nei giorni scorsi con l’attracco della nave Sea Watch a Lampedusa e il successivo arresto del capitano Carola Rackete. Inoltre il videomaker italiano ci ha raccontato, da testimone oculare, quanto avvenuto ieri nelle acque territoriali di Malta, quando un gruppo di clandestini che stava tentando la traversata del Mediterraneo si è tuffato più volte in acqua pur di non essere portato in Tunisia.

Ecco un estratto dell’intervista in cui Nicolosi parla della Sea Watch:

Credo che ci sia un dibattito malato su questo caso della Sea Watch. Carola Rackete è un Capitano di una nave, è una ricercatrice e parla diverse lingue, spesso viene definita come una ragazza normale, la chiamano solo per nome… Io per come conosco le Ong avrei salvaguardato di più la nave, avrei chiamato la Guardia Costiera per dire di venirseli a prendere dopo averli soccorsi e sfamati. O comunque avrei aspettato qualche momento in più, perché se entri in acque italiane sai che la nave verrà sequestrata. Nel momento in cui la Sea Watch è entrata in acque italiane sbarcare era assolutamente la priorità.

Il porto più sicuro era quello di Lampedusa, se l’Italia non avesse voluto la Sea Watch in acque italiane avrebbe dovuto mandare la Guardia Costiera per prelevare i naufraghi dalla nave e portarli a Lampedusa. Nel momento in cui un paese ti rifiuta, fa sbarcare le persone più urgenti e poi ti rimanda in mare tu dove vai? Come ti presenti a Malta?

Il video con l’intervista completa al videomaker e reporter Valerio Nicolosi:

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