Sì al supporto militare, ma no all’invio di truppe. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, conferma il sostegno dell’Italia all’Ucraina, mantenendo però ferma la decisione di non coinvolgere direttamente i militari italiani nel conflitto.
Inoltre, prende le distanze dall’iniziativa franco-britannica guidata da Macron e Starmer, che spingono per autorizzare la presenza di truppe sul campo ucraino.
Le principali potenze europee hanno recentemente sostenuto la proposta di un cessate il fuoco incondizionato della durata di 30 giorni in Ucraina, iniziativa che ha ricevuto anche il sostegno del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La posizione comune, tuttavia, non si limita a un appello alla tregua: consapevoli della linea dura adottata da Vladimir Putin (spesso incline a negoziare in un clima di pressione e intimidazione) i leader europei hanno chiarito che, in assenza di una risposta positiva entro pochi giorni, verranno introdotte nuove e più incisive sanzioni economiche contro Mosca.

La (non) risposta di Vladimir Putin
Nel frattempo, Putin non ha ancora fornito alcuna risposta ufficiale. La sua apparente inattività si colloca all’indomani delle celebrazioni del 9 maggio sulla Piazza Rossa, evento simbolico della memoria storica russa, durante il quale è stato affiancato da circa trenta capi di Stato, tra cui il presidente cinese Xi Jinping. Questo contesto cerimoniale ha rafforzato l’immagine di una Russia non isolata sul piano diplomatico. Tuttavia, l’assenza di una dichiarazione diretta da parte del Cremlino suggerisce che Putin stia adottando una strategia attendista, delegando i primi segnali di apertura – o di chiusura – a una ristretta cerchia di collaboratori di fiducia.
Il commento in diretta di Daniele Capezzone.