Il match fra Napoli e Lecce dello stadio Via del Mare è stato intenso, e importantissimo, sotto tanti punti di vista. In primis quello emotivo: commovente il ricordo dedicato al fisioterapista giallorosso Graziano Fiorita prima del fischio d’inizio. E comprensibili le proteste dei tifosi salentini, che fra cori, striscioni e anche il lancio di vari fumogeni hanno manifestato tutto il loro dissenso per la scelta della Lega di non rinviare, la scorsa settimana, la partita contro l’Atalanta.
Poi c’è stato il campo, che in un clima infuocato e legato inevitabilmente a quanto citato in precedenza, ha dato un responso importantissimo per le sorti del campionato. Il Napoli di Antonio Conte vince, e convince, una partita davvero rognosa contro un Lecce orgoglioso, ma nettamente inferiore. I 3 punti permettono ai partenopei di avvicinarsi ulteriormente al sogno Scudetto, staccando momentaneamente l’Inter di Inzaghi (ora a -6), impegnata questa sera contro l’Hellas Verona.
Lecce-Napoli – La sblocca Raspadori in un primo tempo in cui si gioca davvero pochi minuti
La prima frazione si chiude con ben 8 minuti di recupero, a causa di un’interruzione prolungata causata da lanci di oggetti dagli spalti nelle fasi iniziali della partita. Immediatamente il Napoli si porta in avanti con Lukaku, che trova subito la rete del vantaggio al secondo minuto. Tuttavia, il gol viene annullato per un fuorigioco di pochi millimetri dell’attaccante belga.
Ma il vantaggio dei partenopei, autori di una grandissima prestazione, viene solo rimandato. Al 24° minuto, infatti, Jack Raspadori mette a segno una splendida punizione dal limite dell’area, infilando di destro il pallone nel palo più lontano, superando Falcone. In più frangenti poi il Napoli va vicino anche al raddoppio, dimostrandosi i padroni assoluti del gioco e della partita. Ma il Lecce non demorde e, quasi dal nulla, sfiora clamorosamente la rete del pareggio.
Al 37°, i giallorossi colpiscono la traversa con un bel colpo di testa di Gaspar su calcio d’angolo. E con orgoglio cercano di spingere per riequilibrare l’incontro. Ma tolta l’occasione avuta dal centrale salentino, la squadra di casa non riesce a creare altri pericoli concreti alla porta difesa da Meret. La prima metà di gioco si conclude così, trascinandosi stancamente negli spogliatoi.
Il Lecce ci prova, i partenopei resistono: Antonio Conte vince a casa sua
A sorpresa, quello del Napoli è un secondo tempo di grandissima sofferenza. Dall’altra parte il Lecce mette in campo tutte le forze e le voglie che ha per raddrizzare la partita e trovare un risultato utile per la salvezza. Ma senza la giusta lucidità.
Il pressing dei salentini ha soprattutto un nome e un cognome: Þórir Jóhann Helgason. Il centrocampista islandese va vicinissimo al pareggio in ben due occasioni, facendo tremare (e non poco) il cuore dei tifosi azzurri. Prima al 52° insidia la porta di Meret con un bel tiro da fuori deviato pericolosamente da Lobotka. Poi, un quarto d’ora dopo, dà quasi l’illusione del gol con una grande punizione dalla destra. Ma la palla si limita ad accarezzare l’esterno della rete, per il rammarico di quasi tutto lo stadio.
Il finale si gioca in una sola metà campo. Con personalità i padroni di casa spingono per acciuffare almeno un punto, con un possesso palla importante e prolungato. Ma sotto porta non arrivano gli spunti necessari per mettere davvero in pericolo la vittoria del Napoli, che seppur con fatica porta a casa un risultato pesantissimo. Ora l’Inter, per tenere vivo il campionato, è costretto a fare risultato con l’Hellas Verona. Dopo soli due anni, i campani possono tornare davvero a sognare.