Tuona, ma potrebbe grandinare. Il mondo Juventus si trova in una burrasca da cui deve spostarsi il prima possibile: la presunzione di innocenza è sacrosanta, ma degli scenari su ciò che può accadere devono essere delineati. Perché la cautela è necessaria, ma conoscere i rischi è fondamentale.
Rischi sportivi per la società non sono esclusi, come non è escluso un proscioglimento che farebbe sgonfiare la questione nell’immediato e metterebbe a tacere tutte le voci. La Juventus è passata al contrattacco in queste ore, smentendo – come ruolo impone – categoricamente le possibilità di rischio sportivo.
Eppure un articolo rischia di tornare famoso alla Continassa come un fulmine a ciel sereno: lo stesso che si poneva qualche mese fa sul caso plusvalenze. L’avvocato Mattia Grassani ci ha spiegato tutti i rischi sportivi per la società bianconera a ‘Radio Radio Mattino – Sport & News’.

In questa fase non si può escludere davvero nulla: né il proscioglimento in questa prima indagine che è stata aperta dalla Procura Federale sulla base della trasmissione degli atti da parte della Procura della Repubblica di Torino; ma nemmeno le ipotesi più gravi, perché se parliamo di giustizia sportiva esiste l’Art. 31 comma 2, che è quello già contestato alla Juventus per la vicenda plusvalenze di questa primavera poi conclusasi con un proscioglimento totale in quanto ci fu spiegato che non esistevano criteri oggettivi per dare un valore ai giocatori.
Ebbene, quella stessa norma parla di qualunque attività illecita che tenda ad ottenere l’ammissione al campionato successivo, punita con una sanzione che va dalla penalizzazione, fino alla retrocessione, fino all’esclusione, fino alla revoca del titolo. Quindi se è ammesso che deve essere provato – perché c’è presunzione di non colpevolezza fino all’ultimo grado – se le carte private firmate dai giocatori (sulle dilazioni dei pagamenti, ndr) avessero determinato un’indebita iscrizione della Juventus al campionato, allora un problema di giustizia sportiva serio si porrebbe.


E io non parlo solo di attività di bilancio utili a coprire quei costi.
Un discorso è il dato che li leva dal bilancio, altro discorso è una società che con un suo dipendente concorda in maniera non veritiera (non parliamo della Juventus, ma in generale) di erogare una o più mensilità solo per ottenere un beneficio.
Se in sintesi fingo di non doverla pagare perché mi accorgo col calciatore che fittiziamente vi rinuncia, ecco che a quel punto la sanzione può essere da un minimo che può essere la penalizzazione nei punti a un massimo che può essere la retrocessione, esclusione o revoca del titolo di campione d’Italia
“.