La Juventus a distanza di anni è nuovamente al centro di un grosso polverone. Ieri sera è arrivata la notizia che nessuno si aspettava: Il Consiglio di Amministrazione della Juventus Football Club S.p.A. si è dimesso in toto e lo ha ufficializzato in un comunicato Ufficiale.
La notizia è di quelle bollenti perché comprende tutti i vertici dell’organigramma societario. Dall’amministratore delegato Maurizio Arrivabene al vice Presidente Pavel Nedved, fino allo stesso Presidente Andrea Agnelli. Quest’ultimo si è sentito in dovere di esplicitare, nel comunicato stesso, le motivazioni alla base della scelta drastica, scrivendo, poco dopo, una lettera a tutti i dipendenti societari. Un inno al concetto dell'”unione fa la forza, dell’uno per tutti tutti per uno”, ispirato ai valori che forgiano l’ambiente Juventus. Nella lettera il Presidente Agnelli ha tenuto a sottolineare i cambiamenti radicali avvenuti in questi 12 anni, il record di scudetti in campionato, le imprese ottenute in Europa, fino a descrivere l’emozione di tutti i collaboratori della società nell’atto di passare dagli spogliatoi al campo. Un tentativo di mantenere tutti uniti nel momento del bisogno.

Scelte tempestive

Già, perché la scelta è stata una logica conseguenza delle contestazioni mosse dalla Procura di Torino nonché delle criticità rilevate dalla Consob, oltre ai rilievi evidenziati dalla società di revisione della Juventus, Deloitte e Touche S.p.A.
Il sentore di qualche bufera nell’aria aleggiava ad inizio della scorsa settimana, quando si decise di rinviare l’Assemblea degli Azionisti al mese successivo, studiando nel mentre le strategie difensive e comunicative ottimali.
La tempestiva scelta di nominare, come nuovo Dirigente Generale della Juventus, il Dott. Maurizio Scanavino è palesemente frutto di una scelta ponderata e finalizzata a mantenere saldo il Management societario. Quest’ultimo, infatti, è un uomo di fiducia di John Elkann, sin dal Collegio e dagli studi effettuati insieme.

Azioni immediate

Proprio alla luce delle contestazioni mosse, sia dalla Consob sia dalla Procura di Torino, dell’importanza delle questioni contabili e legali, i membri del C.d.A. hanno ritenuto necessario munirsi di un nuovo Consiglio, consentendo ai dimissionari di affrontare le suddette questioni, garantendo al contempo il miglior interesse per la società. Al fine di velocizzare questa scelta, su suggerimento del Presidente Andrea Agnelli, i tre dirigenti muniti di deleghe, ovvero lo stesso Presidente, Nedved ed Arrivabene, hanno rimesso al Consiglio le stesse. Tuttavia è stato richiesto dal Consiglio all’amministratore delegato Arrivabene di mantenere l’incarico. A causa del venir meno della maggioranza dei membri, il Consiglio di Amministrazione è cessato in attesa dell’Assemblea straordinaria prevista per il 18 gennaio 2023, volta all’elezione del nuovo organigramma. Di conseguenza l’uomo di fiducia Scanavino e probabilmente che rimarrà a.d. pro tempore Arrivabene saranno i traghettatori societari, oltre al nuovo Presidente Gianluca Ferrero, suggerito da Exor.

La gatta da pelare

Quanto descritto finora nasce dall’inchiesta Prisma iniziata nel maggio 2021.

Oggetto della menzionata indagine chiusa riguardava le plusvalenze degli anni 2018, 2019,2020, la manovra stipendi, tra marzo aprile 2020 e 2021, nonché le fatture per i compensi agli agenti. Le relative ipotesi di reato collegate sono il falso in bilancio tra il 2019 ed il 2021, false comunicazioni al mercato nonché ostacolo all’esercizio dell’attività di pubblica vigilanza.

Rischi sportivi

Relativamente all’aspetto sportivo, bisognerà aspettare le valutazioni della Procura Federale, che ha da due giorni a propria disposizione le carte dell’inchiesta Prisma. Sarà necessario valutare la riapertura o meno dell’indagine, soprattutto alla luce del nuovo filone dell’inchiesta relativa agli stipendi. Starà al Procuratore Giuseppe Chinè effettuare le opportune valutazioni del caso.
L’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva prevede l’illecito amministrativo. Nel Primo comma dell’articolo viene previsto lo scenario meno preoccupante: come sanzione l’inibizione dei dirigenti coinvolti ed una multa salata nei confronti della Società, escludendo i punti di penalizzazione. La sanzione si inasprisce sensibilmente nel secondo comma dell’art 31 CGS, che recita testualmente come “la falsificazione dei documenti contabili o amministrativi o qualsiasi altra attività illecita o elusiva ha consentito di ottenere l’iscrizione al campionato“.
Tuttavia a destare ulteriore preoccupazione è il terzo comma dell’articolo che prevede l’ammenda dal valore, da uno a tre volte, dell’ammontare illecitamente corrisposto o pattuito, in caso di pattuizione o corresponsione da parte della società ai propri tesserati di compensi, premi in violazione delle disposizioni federali vigenti. Tale comma prevede persino l’aggiunta della penalizzazione di uno o più punti. In tal caso gli stessi giocatori coinvolti rischierebbero una squalifica “di durata non inferiore ad un mese
Un terremoto devastante che dovrà essere seguito con attenzione.