La ormai quasi certa salita di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi fa discutere. A destare scetticismo, in particolare, la fiducia riposta dalla leader di Fratelli d’Italia in alcuni personaggi, candidati a ricoprire ruoli di primo piano nel prossimo Governo. Si è molto parlato della possibilità di Licia Ronzulli al Ministero della Sanità o dell’Istruzione, adesso è la volta della probabile conferma di Roberto Cingolani alla Transizione Ecologica. Scenari che fanno inorridire chi, in queste elezioni, aveva visto lo spiraglio di un cambiamento radicale. Tra questi, il Professor Alessandro Meluzzi.

Governo Meloni: delusione e amaro in bocca

“Siamo in una situazione tragica, nella quale nessuno si occupa delle cose, in cui vengono veicolate solo mistificazioni e imbrogli. E questo appare l’esito inesorabile di un ulteriore esito dell’esito ancora più inesorabile, che è l’applicazione di un Agenda che nessuno sembra ormai poter arrestare né rallentare e che prevede digitalizzazione, vaccini, repressione della libertà: sembra di leggere l’Agenda di Davos applicata punto per punto, senza che nulla possa minimamente rallentarla, compresa l’elezione di Giorgia Meloni, evidentemente votata da un qualche milioni di italiani speranzosi di cambiamento, che oggi scoprono che il Ministro dell’Economia sarà Panetta e quello della Transizione Ecologica Cingolani, uno che vuole un pianeta abitato da 3 miliardi di persone. Abbiamo quindi la sensazione di una dimensione di impotenza che rende persino difficile stare qui a parlare. Ho la sensazione che Giorgia Meloni stia scoprendo una cosa che Nenni descrisse in maniera mirabile durante il primo Governo di Centrosinistra: che la stanza dei bottoni del Governo semplicemente non esiste perché i bottoni sono da un’altra parte”.

“Siamo diretti verso un disastro non solo nazionale”

“Ricordiamoci che siamo in un passaggio nel quale in Brasile (Paese dei BRICS) sono stati fatti brogli elettorali talmente grandi che hanno mandato al ballottaggio Bolsonaro, che aveva stravinto, e chissà cosa succederà al secondo turno, quali imbrogli riusciranno a fare; scopriamo che Zelensky, il guitto guerrafondaio di Kiev, è candidato al Premio Nobel per la pace, in ballottaggio con Greta Thunberg; scopriamo che il debito complessivo degli Stati Uniti ha raggiunto i 3 trilioni di dollari; scopriamo che una fittizia rivoluzione arancione viene finanziata in Iran per mettere in difficoltà il certamente non simpatico regime degli Ayatollah, totalmente eterodiretta dall’estero; scopriamo che stanno presentando la quinta, la sesta, la settimana, l’ottava dose di vaccini, che tra l’altro producono giorno dopo giorno effetti devastanti sulla salute; scopriamo che una miliardaria omosessuale o bisessuale, nata in Svizzera, eroina di una Sinistra miliardaria, deve diventare il Segretario di quello che fu il partito della Sinistra; e poi alla fine scopriamo che il Partito Popolare Europeo impone il disciplinato Tajani come Ministro degli Esteri; scopriamo che questo Governo sarà quel che sarà; scopriamo che la Meloni ha già incontrato Cingolani per confermarlo. Allora non so che dire: il mio senso di sconfitta e disperazione costringerebbe non a spararmi, ma semplicemente a raccogliermi in preghiera perché mi pare che siamo diretti serenamente verso un disastro e una catastrofe non solo nazionale, verso un esito che si annuncia tragico almeno per noi, non per le élite che stanno alacremente lavorando per ripristinare un potere assoluto. Ci troviamo in un passaggio storico in cui l’irrilevanza delle persone raggiunge dei livelli che io non saprei definire se non come angoscianti”.