Segreti e misteri di una guerra forse cominciata molto prima dello scorso 24 febbraio. Capire la genesi del conflitto in Ucraina è materia assai complicata per tutti, soprattutto per i non addetti ai lavori. Troppi i fatti tenuti sotto al tappeto, tanti gli anni passati da quando la situazione ha cominciato a prendere una brutta piega. Non basta risalire al 2014, tra Euromaidan e crisi nel Donbass, per rintracciare le ragioni che hanno portato alla deriva attuale.

Già con l’evento conclusivo di quello che Eric Hobsbawm ha definito “il secolo breve”, ovvero la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la conseguente dissoluzione dell’Urss, si possono individuare le basi per interpretare quello che sta accadendo oggi. Il momento coincide con la prateria che la Nato si è ritrovata e ha sfruttato a est, con la pluricitata espansione fino alle soglie della “Grande Madre”. È quello il periodo in cui oltreoceano qualcuno avrebbe cominciato ad avere delle smanie di onnipotenza, considerando gli Stati Uniti come l’unica superpotenza possibile.

“Ucraina l’altra verità” è il documentario (oggetto di shadowbanning) realizzato da Massimo Mazzucco. In diretta ai microfoni di Fabio Duranti, il giornalista di luogocomune.net ha raccontato la sua ricerca verso una versione alternativa a quella che ormai viene data per assodata dalle nostri parti. Ecco l’intervento a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.

“È una ricostruzione storica certamente di parte, lo dico io per primo. Nel senso che visto che sui media occidentali ci raccontano soltanto la parte occidentale, io ho raccontato l’altra parte. Infatti l’ho chiamato l’altra verità, non la verità. Soprattutto vengono fuori due cose fondamentali. La prima è che c’è una guerra da otto anni nel Donbass, che va contro i cittadini stessi russi-ucraini, della quale non abbiamo mai saputo niente. Alla peggio noi sentivamo parlare di secessionisti o di terroristi, ma in termini molto vaghi. Il problema è che sono cittadini russi-ucraini che vengono messi da parte dagli ucraini di Kiev, perché si detestano fra di loro. Il vero problema è questo: ormai sono arrivati a un punto di odio tale che veramente appena si vedono si ammazzano. Quindi io ritengo che l’unica soluzione sia quella di tirare una bella riga e separarli.

Bisognerebbe che la comunità internazionale intervenisse, se il presupposto è di volere la pace. Se il presupposto è invece che a qualcuno fa comodo che ci sia questa guerra – io lo vado sostenendo da due mesi – allora a quel punto non solo li lasci fare, ma li aizzi e gli mandi le armi.

Il filo storico da seguire è relativamente semplice. Dal finire del secolo scorso, dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica è nato in America in quel periodo un movimento di pensiero che si chiama Neocon, cioè neoconservatori. Come loro filosofia, hanno deciso che non gli andava bene semplicemente un equilibrio mondiale fra le varie potenze rimaste. No, loro scrivono proprio nero su bianco che è un momento magico, siamo l’unica superpotenza rimasta, non c’è nessun altro in grado di contrastarci, quindi approfittiamone e cerchiamo di mantenere il controllo su tutto il mondo almeno per il prossimo secolo. Infatti lo chiamavano il nuovo secolo americano. Da questa filosofia, già nel 1997 Biden suggeriva per far arrabbiare i russi, pur senza farli entrare in guerra, di far entrare le tre repubbliche baltiche nella Nato. Sanno benissimo che alla Russia dà fastidio avere delle basi Nato ai loro confini. Anche perché, se vai a guardare il documentario, scopri che già nel 1991 erano stati presi degli accordi per i quali la Nato non si sarebbe più espansa verso est, oltre la Germania dell’est. La Nato invece è arrivata a circondare tutta la Russia e mancava soltanto il pezzo grosso: l’Ucraina. Hanno usato l’Ucraina come provocazione, nel senso che hanno continuato ad avvicinarla alla Nato sempre di più, finché Putin è stato obbligato”.