“Il nostro Paese dovrebbe fare di tutto affinché la guerra cessi”. Non è solo la posizione – ultimamente dal sapore eretico – di chi non vuole foraggiare un conflitto potenzialmente molto pericoloso; ma anche ciò che sta scritto nel patto fondamentale della NATO, più precisamente nell’articolo 1 del trattato Nord Atlantico. A ricordarlo, in diretta a ‘Lavori in Corso’ l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Leonardo Tricarico, che anche ai microfoni di Adnkronos ha rivendicato una maggiore autonomia decisionale europea rispetto al recente “appiattimento mainstream su posizioni statunitensi”.
Questo perché il pericolo che il tutto degeneri è concreto e non ascrivibile alla sola volontà degli Stati Uniti, che tra l’altro continuano a elargire dichiarazioni al vetriolo nei confronti del rivale russo. “Morire per Danzica” (o per Kiev, se volete) è un affare in cui l’Europa, ma anche l’Italia, dovrebbero pretendere più rispetto e autonomia.
Sentite le dichiarazioni dell’ex Capo di Stato Maggiore ai microfoni di Stefano Molinari.

In questo momento tutti i paesi della NATO stanno tradendo lo spirito del trattato Nord Atlantico, perché se hanno la pazienza di andare a riguardare l’articolo 1 c’è scritto che tutti si impegnano a dirimere in maniera pacifica le controversie in cui potrebbero venire coinvolti: vi sembra che qualcuno stia cercando di farlo?
E’ su questo che il nostro ambasciatore dovrebbe avere istruzioni per potersi reclamare. Il Ministro Di Maio sta tardando a dare istruzioni o a riflettere, a usare un po’ di buonsenso. Che poi non ne serve neanche tanto, serve solo leggere il patto che abbiamo sottoscritto e attenervisi, cosa che nessuno sta facendo.

L’articolo 4 dice che in caso all’orizzonte si profili un attacco o la minaccia di un attacco – ed è proprio la condizione di questi giorni – uno Stato o più Stati possono chiedere la consultazione con gli altri membri per adottare una risposta comune. Io credo che oggi qualcuno debba dire “io invoco l’articolo 4 perché penso che ci sia la minaccia a un paese membro da parte della Russia”, e anche questo non viene fatto. C’è questa sonnolenza inspiegabile che dovrebbe essere giustificata da parte dei paesi membri.
Vedo questo mainstream che procede verso un appiattimento di tutti sull’idea e sull’indirizzo di un Paese solo che alcuni seguono convinti (e sono i Paesi del nord) e alcuni per noia o per pigrizia, un atteggiamento in cui anche il nostro paese è coinvolto.

Articolo 5? Non c’è nessun automatismo se un paese NATO viene attaccato. La NATO non obbliga nessuno, i Paesi si possono associare nella maniera che ritengono più opportuna o semplicemente dissociare.
Quando facemmo la guerra in Kosovo eravamo soltanto 14, non tutti. La Grecia, per esempio, aveva rapporti politici di un certo tipo con la Serbia e non si associarono. Non ci fu alcuna conseguenza.
Questo è quello che bisogna sapere e che bisogna rivendicare.

Pericolo nucleare? Se ci fosse una guerra aperta tra NATO e Russia credo non ci sarebbe questione: ci vorrebbe qualche settimana, non di più. Se messo all’angolo, Putin non esiterebbe a mordere con quello che ha sotto mano (e sappiamo bene cosa ha sotto mano Putin).
Se si insiste ancora in questa direzione credo che abbiamo perso tutti il lume della ragione, e credo ci si stia incamminando proprio in quella strada: non vedo più saggezza, non vedo più mettere a fuoco gli interessi nazionali, non vedo più un briciolo di Realpolitik. Sono tutti aggrappati a questi diritti che, per carità, devono essere protetti ma non bisogna farlo necessariamente con le armi.
Oggi invocare lo spirito del trattato Nord Atlantico significa adoperarsi affinché tutto questo si fermi
“.