“Il più grave attacco hacker di sempre nella storia delle pubbliche amministrazioni in Italia”: così il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha definito l’offensiva informatica cominciata nella notte tra sabato e domenica ai sistemi dell’istituzione. Tra i devastanti effetti già riscontrabili, l’intrusione ha mandato in tilt il meccanismo delle prenotazioni online per la vaccinazione anti Covid. Bloccato anche quello relativo al tracciamento e rilevamento dell’infezione.

Una vicenda sulla quale hanno iniziato a indagare gli agenti della polizia postale in collaborazione con la procura di Roma. Primi accertamenti che stanno portando verso la pista estera, da dove sarebbe stato sferrato l’attacco, senza ancora una precisa collocazione geografica. “Ricostruire la scena del crimine e individuare eventuali responsabilità” sarà comunque un’impresa ardua, come ha spiegato in diretta il Primo Dirigente della Polizia di Stato Ivano Gabrielli. I dettagli sulla vicenda li ha forniti ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani a Lavori in Corso.

Ecco l’intervento in diretta del dottor Ivano Gabrielli.

“L’attacco hacker che purtroppo ha subito la regione Lazio è del tutto analogo ad altri attacchi hacker che subiscono realtà aziendali molto complesse o altre pubbliche amministrazioni, non soltanto in Italia ma in giro per il mondo.

Adesso quello che si fa è lavorare su un doppio versante.
Da un lato c’è il lavoro dei tecnici della Regione Lazio che devono rimettere su il complesso sistema dei servizi che sono stati cifrati. E questo prenderà purtroppo del tempo. Dovranno essere messi in piedi in maniera sicura.
Dall’altro c’è tutta la parte investigativa che ci vede operare con il coordinamento della Procura di Roma, che dovrà in qualche modo ricostruire la scena del crimine e poi andare a ricostruire le eventualità responsabilità.

È il classico caso in cui chi colpisce per primo colpisce due volte. Per noi è molto più difficile andare a ricostruire le tracce informatiche e seguire poi piano piano quelli che sono stati i passaggi. Anche perché spesso e volentieri gli attacchi vengono dissimulati attraverso connessioni estere o anonime.

Quella che è stata inibita è la possibilità di erogare dei servizi. Tutti quanti ci siamo concentrati sull’importanza del dato sanitario, del dato sensibile che tra l’altro al momento non risulta essere stato toccato. Veniva conservato e detenuto in un’altra zona della rete e tra l’altro era allocato con modalità diverse. Invece quello che è il vero danno che sta subendo la collettività è il fatto di non poter ricevere i servizi dalla Regione”.