Nella scorsa pillola abbiamo ricordato che la BCE si è appoggiata a un sistema di banche speculative private, le quali essendo banche multinazionali, hanno investito sulla finanza e non sull’economia. La BCE, dunque, per i trattati è stata totalmente svincolata dai governi e dai parlamenti, cioè dal controllo dei cittadini.
Il primo grave effetto della perdita di sovranità monetaria da parte dello Stato è che esso si deve indebitare non diversamente da un’impresa o una famiglia presso il sistema finanziario privato internazionale.
In una sola frase: il pubblico dipende dal privato.

Abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità“, “il debito pubblico è come il colesterolo“, “c’è un debito buono e un debito cattivo“: quando vi danno queste chiavi puerili della realtà e tutti applaudono a queste banalizzazioni, si vuole distogliere l’attenzione dal fatto che un conto è il sistema statale e un altro è il sistema privato.
Quello che è accaduto è stata la distruzione degli Stati. La distruzione della visione pubblica dell’economia. La distruzione della visione Keynesiana dell’economia. Dell’economia che deve aiutare i poveri, che deve portare i poveri a crescere di reddito; in sostanza la visione dello Stato che interviene in economia.
Questo è successo negli ultimi decenni, questa è la chiave di lettura.

Si è costretto quindi di lo Stato a indebitarsi come una famiglia o come un’impresa, non a indebitarsi già da se stesso (come avveniva prima), ma a contrarre un debito con il privato. E quindi?
Quindi è stato messo il privato sopra lo Stato. Questo è il significato psicologico che bisogna capire.
Fare indebitare lo Stato presso un sistema finanziario privato internazionale di banche, creando debito pubblico con una lievitazione di interessi speculativi non dovuti a banchieri privati, significa che il pubblico dipende dal privato e che la nostra vita per la futura generazione sarà legata a pagare gli interessi ad altri privati che si arricchiscono con le nostre tasse.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi