Dopo la spaccatura demenziale e assolutamente inutile a cui stiamo assistendo in queste settimane tra pro-vax e no-vax, io spero che non venga fomentata un’altra spaccatura (ancora più assurda) che sto intravedendo in queste ore sui social: tra chi pensa che il Dott. De Donno sia stato ucciso e chi invece crede alla versione secondo cui si sarebbe suicidato.

Come al solito si creano due fazioni che perdono di vista il punto principale. Allora ve lo dico sinceramente, poi la magistratura farà pure il suo corso ma vi anticipo, in assoluta controtendenza, che è di gran lunga più grave se dovesse essere confermato che De Donno si sia volontariamente tolto la vita piuttosto che sia stato vittima di un omicidio.

Sembra assurdo quello che vi sto dicendo ma non lo è perché, in entrambi i casi, De Donno è stato ucciso. Un omicidio però può essere ascritto alla singola follia criminale di una persona o di un gruppo criminale con i suoi mandanti, i suoi esecutori. Ed è ovvio che De Donno, con la sua cura, pestava i piedi agli interessi di molti. Ma il suicidio è ben più grave perché si tratta ovviamente di un suicidio indotto e che non si può imputare all’azione di singoli o di gruppi: a risultare criminale (in questo caso) sarebbe tutto il sistema che ha indotto quel gesto.

Parliamo del sistema mediatico che prima lo ha portato alla ribalta e poi lo ha oscurato dietro il diktat di qualcuno. Parliamo del sistema politico che, invece di celebrarlo come eroe, ha finto di ignorarlo ritenendolo un personaggio scomodo perché mostrava una realtà in controtendenza con la narrativa imposta anche a livello governativo. Parliamo di una parte del mondo scientifico, che trovava scomodo il fatto che proprio la scienza gli desse ragione, contro gli interessi di chi, quella scienza, la strumentalizza per motivi economici. Parliamo dei suoi colleghi, molti dei quali chiamati ad attaccarlo in maniera pretestuosa, su mandato, di chi aveva interessi privatistici da tutelare. Parliamo delle varie Selvaggia Lucarelli, chiamate a deriderlo senza avere né arte né parte per farlo: solo per guadagnare un attimo di celebrità in un sistema che aveva interesse a far esaltare chiunque provasse a far crollare la sua immagine.

Che lo abbia ucciso questo sistema qui, inducendolo a togliersi la vita, per me è molto più grave di un ipotetico criminale che su mandato di qualcuno gli ha messo una corda al collo.

Questo deve essere chiaro a tutti: se verrà confermato il suicidio volontario, la cosa è di gran lunga più grave. Perché quel sistema mediatico resterà impunito, quel sistema politico resterà impunito, i suoi detrattori resteranno impuniti, così come i suoi colleghi prezzolati. Tutti staranno preparando la nuova fune su cui far crollare psicologicamente il prossimo personaggio non allineato che osa mettere in discussione gli interessi dei loro padroni. Questo deve essere chiaro a tutti.

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