Può nascere un rapporto di fraternità e rispetto reciproco dopo un duro faccia a faccia televisivo? Il caso di Massimiliano il ‘Brasiliano’ e Vauro è senz’altro particolare, oltre che tutto da scoprire. Due figure diametralmente opposte che, durante la trasmissione televisiva ‘Dritto e rovescio‘, si sono scontrate rischiando di arrivare alle mani. Oggi tutto è cambiato: i due sono grandi amici, hanno messo da parte il passato e hanno intrapreso alcune collaborazioni in vista di progetti futuri.

Una storia a lieto fine che dovrebbe far riflettere in tanti. Massimiliano dichiara tutta la sua gratitudine per il noto fumettista che è riuscito a avviarlo verso “un percorso di redenzione”, convincendo l’interlocutore anche a coprire i tatuaggi che inneggiavano a Hitler e Mussolini. Subito dopo sarebbero arrivate “le feste di Natale insieme, beneficenza e altre cose”.

Nel consueto appuntamento a Food Sport, con Ilario Di Giovambattista, Francesco Di Giovambattista e Enrico Camelio, il ‘Brasiliano’ e Vauro hanno raccontato il loro incontro che si è subito trasformato in una fraterna amicizia.

I retroscena dello scontro con Vauro raccontati dal ‘Brasiliano’

Prima di andare in diretta mi avevano detto: ‘Vedi quel tipo lì? Si chiama Vauro. Cerca di dire qualche frase un po’ particolare inneggiando slogan di Mussolini’. In diretta ho detto: ‘In borgata mia vige ordine e disciplina’. Quando ho detto così Vauro è saltato dalla sedia“.

Vauro spiega l’incontro con Massimilano il ‘Brasiliano’

Ho sempre detto che sono un antifascista pavloviano, per cui la stazza (in questo caso devo dire dello pseudo-fascista) non conta. Quando sento certe cose non le tollero. Invece non solo tollero, ma mi sento molto amico di Massimiliano. Il 25 aprile sono stato invitato a Savona dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani ed ho esordito dicendo: ‘Ho fatto fuori un fascista’. In breve ho raccontato la mia storia con Massimiliano. Quando c’è stato questo scontro, proprio muso a muso, con lui che aveva tatuati Hitler e Mussolini dicendo gli slogan del ventennio, io mi sono arrabbiato moltissimo.

La sera dopo però mi son fatto una domanda. La violenza non mi piace ed ho pensato: ma davvero quello è il fascista? In quel momento ho pensato ai tanti fascisti in giacca e cravatta che usano la rabbia motivata di tanta gente giovane delle periferie, che anche la sinistra ha totalmente abbandonato, per creare il fascista modello e nascondere il fascismo vero che è quello del potere e del conformismo. Ho scritto una lettera, poche righe, a Massimiliano e lui le ha colte immediatamente“.

Il percorso vissuto da Massimiliano il ‘Brasiliano’

Io già ho fatto un percorso personale con un periodo di redenzione. Vauro mi ha aperto gli occhi in un certo senso ma, adesso, lo vedo davvero come il padre che mi è sempre mancato. Quando mi è venuto testa a testa ho pensato: ‘Questo o c’ha il tritolo addosso o è matto veramente’. Poi a un certo punto quando mi ha scritto la lettera io ho colto subito il passo. Da quel momento abbiamo le feste di Natale insieme, abbiamo fatto beneficenza e altre cose insieme“.

Le periferie romane viste dal ‘Brasiliano’

Suburra e Romanzo Criminale hanno rovinato la mente di questi ragazzi. Ormai loro pensano che il soldo facile sappiamo tutti come arriva. Magari stai al bordo della strada, fai 2-3 reatini, e vai a comprarti il marsupietto o esci con la donna in macchina. Io dico a questi ragazzi: la vita non è questa. Io sto ancora pagando i danni con gli avvocati. Io dico sempre: ‘Studiate, andate a lavorare, a fare sport’. Io avevo il progetto di portare qualche ragazzo un po’ particolare a Rebibbia facendo vedere i detenuti che si stanno facendo 20 anni. Vi garantisco che questi stessi ragazzi, dopo aver parlato con i detenuti, nemmeno con il rosso passano perché avranno paura. C’è troppa criminalità e microcriminalità, non va bene così“.