Sin dall’inizio dell’emergenza, ciascuno dei paesi europei ha reagito in modo diverso rispetto al diffondersi del virus. La più seguita è certamente stata la linea della chiusura, delle mascherine e del distanziamento sociale, adottata da gran parte delle nazioni, ma in modalità e tempi diversi. Emblema di una strategia totalmente opposta, invece, è sempre stata la Svezia: niente mascherine e nessuna norma a limitare i movimenti e le azioni dei cittadini, solo raccomandazioni.

A un anno esatto dai primissimi contagi in Europa, ci si chiede: qual è la situazione degli ospedali svedesi? Quali sono le conseguenze della linea adottata dagli scandinavi?

Taluni giornali italiani riportano che prima e seconda ondata in territorio svedese siano state devastanti. Le testimonianze dal paese, tuttavia, sembrano far emergere tutt’altra realtà.

Per fare un po’ di chiarezza, Fabio Duranti e Francesco Vergovich hanno interpellato il Prof. Rosario Leopardi, già docente di virologia al Karolinska Institutet di Stoccolma, psichiatra e responsabile Covid di reparto dell’ospedale svedese. Ecco cosa ha detto in diretta a ‘Un giorno speciale’.

“In seguito a questa pandemia di un virus relativamente nuovo, si è osservato un vero e proprio caos. Di informazione e politico. Di fronte a un problema che deve essere affrontato in maniera razionale sono state fatte scelte in molte nazioni compresa l’Italia che da un punto di vista scientifico sono molto discutibili. Basta fare il confronto tra approccio in Italia e in Svezia.

Qui in Svezia siamo liberi di fare tutto quello che vogliamo, ci sono solo delle raccomandazioni ma non degli obblighi, non usiamo le mascherine, viviamo una vita abbastanza normale, non abbiamo un sovraccarico delle terapie intensive, non abbiamo la mortalità che c’è in altre nazioni europee come Italia e Gran Bretagna.

La Svezia sta seguendo una linea normalissima, molto razionale, e i risultati si vedono.

Quello che è stato fatto in Svezia è l’esperimento di natura i cui risultati sono disponibili a tutti. Viviamo una situazione sicuramente difficile, ma non siamo in alcun modo, nonostante la mancanza di precauzioni che si ritengono necessarie in altre nazioni, in emergenza maggiore o peggiore di quella che c’è in Italia. Il dato di fatto è questo”.


L’INTERVISTA COMPLETA AL PROF. ROSARIO LEOPARDI:

1 – ASCOLTATE IL VIROLOGO RESPONSABILE COVID IN SVEZIA ▷ “SENZA RESTRIZIONI STIAMO MEGLIO CHE IN ITALIA”
2 – “MASCHERINE INUTILI, QUI NON LE USIAMO” ▷ RESPONSABILE COVID IN SVEZIA RACCONTA LA VERITÀ SUL VIRUS
3 – VACCINO COVID ▷ “DATI INSUFFICIENTI, NESSUNO LO AVREBBE ACCETTATO SENZA PRESSIONI POLITICHE”