Il piano vaccinale anticovid è partito ufficialmente il 27 dicembre con il Vax Day, a meno di un anno di distanza, dunque, dall’inizio della circolazione del nuovo coronavirus in Europa. Un arco temporale notevolmente ridotto per un vaccino, se paragonato agli iter che di norma sono previsti per questo genere di ricerche.

Quanto tempo occorre per creare un vaccino certificato e valido? Quali sono le procedure da seguire affinché sia effettivamente un prodotto sicuro?

Il Prof. Rosario Leopardi, già docente di virologia al Karolinska Institutet di Stoccolma, psichiatra e responsabile Covid di reparto dell’ospedale svedese, ci ha spiegato punto per punto le tappe da seguire in questi casi. Tappe che, ha sottolineato più volte ai nostri microfoni, nella sperimentazione del vaccino contro il Covid non sono state completate.

Con Francesco Vergovich e Fabio Duranti, ecco il suo intervento in diretta a “Un giorno speciale”.

“Con questo virus dobbiamo conviverci, non andrà mai via. Per poterci convivere dobbiamo fare delle scelte razionali, non ci si può affidare al primo vaccino che capita. Se ci affidiamo a delle scelte politiche e non scientifiche è come voler gestire un’emergenza di ordine geologico consultando di nuovo il politico anziché un geologo.

Questo virus è capace di mutare. Finora ci sono state solo mutazioni ad aumento contagio, la variante britannica per fortuna è solo più contagiosa, non farà più morti. Ma per lo stesso meccanismo il virus continuerà a mutare e fare il meccanismo da ping-pong con le specie animali. Questo meccanismo non è nuovo, l’influenza lo fa costantemente.

In questo momento è stato introdotto, credendo fosse la panacea, il vaccino della Pfizer. Le industrie sono state messe sotto pressione dai politici per creare un vaccino. Ma si è messo in circolazione un vaccino che in questo momento è in fase sperimentale, non ha ancora completato la fase 3 ossia dove si testa l’efficacia. Da un punto di vista statistico questo lavoro non sarebbe mai stato accettato da una rivista scientifica: manca la robustezza statistica.

L’idea che protegga al 90-95% è campata in aria e su risultati preliminari che, per definizione, non sono affidabili. E’ validissimo come studio pilota, ma i dati per essere inserito nella popolazione non ci sono. Perfino la Pfizer ha detto che lo studio non è completo, questa è una scelta politica.

Il vaccino è ancora in fase sperimentale. Non si può rendere obbligatorio un farmaco in fase sperimentale, bisogna far firmare un consenso informato. E’ una violazione dei diritti umani. Perlomeno per far fronte alla nostra situazione emergenziale ci dovrebbero essere almeno dei parametri di robustezza statistica e non lo 0,7%. Il vaccino della Pfizer è già stato riscontrato creare reazioni allergiche dieci volte più alte di qualsiasi altro vaccino. La mia preoccupazione è quella di creare una popolazione di soggetti a rischio che vanno in giro credendo di essere coperti”.


L’INTERVISTA COMPLETA AL PROF. ROSARIO LEOPARDI:

1 – ASCOLTATE IL VIROLOGO RESPONSABILE COVID IN SVEZIA ▷ “SENZA RESTRIZIONI STIAMO MEGLIO CHE IN ITALIA”
2 – “MASCHERINE INUTILI, QUI NON LE USIAMO” ▷ RESPONSABILE COVID IN SVEZIA RACCONTA LA VERITÀ SUL VIRUS
3 – VACCINO COVID ▷ “DATI INSUFFICIENTI, NESSUNO LO AVREBBE ACCETTATO SENZA PRESSIONI POLITICHE”