Proprio oggi sbarca anche in Italia il vaccino Moderna, sicché da oggi l’Italia avrà i vaccini (e il plurale è d’obbligo visto che non vi è solo Pfizer).
Più vaccini dunque, una sorta di politeismo se è vero – come è vero – che il vaccino occupa nella nuova religione terapeutica del capitalismo sanitario la funzione del redentore, con annessa parusia salvifica e redentrice che è in grado di salvare le vite e di rappresentare davvero una sorta di “redentore” come quello della tradizione cristiana.

Preciso subito che chi vi sta parlando non ha nulla contro i vaccini, anzi, se servono a salvare le vite sarebbe ben disposto a sottoporsi ad essi.
Tuttavia quando il sottoscritto inizia a sentire che vogliono introdurre il patentino vaccinale, o che già nella Campania dello sceriffo dialettofono De Luca lo stanno già introducendo, o ancora, quando sente che chi non si vaccinerà potrebbe finire su un registro di nomi delle nuove liste di proscrizione; o ancora quando ode che chi non si vaccinerà potrà essere licenziato dal datore di lavoro, ebbene, lì inizia a dubitare.

De omnibus dubitandum” era il motto con cui i latini qualificavano in fondo quello che è e che resta il compito della filosofia.
Non vi stupirete dunque se sta subentrando una forma di autoritarismo legato ai vaccini, con sfumature degne di un regime.
Basti considerare quello che proprio ieri pubblicava il rotocalco turbomondialista “La Repubblica”, voce del padronato cosmopolitico e, ultimamente, anche del nuovo ordine terapeutico.

Il vaccino Covid può essere obbligatorio: se non lo Stato possono imporlo le aziende. Ci si può rifiutare ma non senza conseguenze“, titolano.

Questo scempio – e di scempio si tratta – pare del tutto normale al rotocalco turbomondialista.
Se non può lo Stato, può comunque l’azienda, che dal punto di vista degli adepti dell’ordine dominante è al di sopra dello Stato.
Se lo dice l’impresa, allora è necessario; se le imprese vogliono imporre il vaccino, possono farlo. Come? Ricattando il dipendente e costringendolo a vaccinarsi, pena il licenziamento in tronco.

Verrebbe da domandare chi conferisca all’azienda tale diritto di licenziare chi non si vaccina. Lo Stato? La Costituzione? Qualche potere a noi non conosciuto?
E, in secondo luogo, che cosa accadrebbe se fosse il datore di lavoro a non volersi vaccinare nell’azienda?
Dovrebbe essere licenziato dai suoi dipendenti? Dimettersi?
Tante prospettive alle quali, vedete, manca ad oggi una risposta.

Stiamo entrando di fatto in un regime che sempre più palesemente è autoritario, e che addirittura usa i simboli: non più la stella gialla, ma la primula fucsia, per discriminare chi non si sottopone al vaccino.
Un regime che usa parate ridicole, come quella in Italia con cui – ricorderete – è arrivato il vaccino, scortato dalle camionette dell’esercito; un regime che creerà sempre più zone “covid free”, dove potranno accedere solo coloro i quali si dimostreranno liberi dal Covid. Come? Con la vaccinazione.

E’ quanto accaduto in questi giorni a Cuneo, dove un barista – come riportato da La Stampa – ha testualmente affermato: “Ingresso al caffè Covid-free soltanto se si è vaccinati”.

Locali Covid-free, zone libere dal Covid. Questo è il futuro che ci sta aspettando.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro