Due sembravano essere le strade principali che si profilavano per imporre l’obbligo vaccinale.

Per un verso la strada canonica dell’introduzione dell’obbligo della vaccinazione, che però incontrava un ostacolo nell’art. 32 della Costituzione che prevede l’impossibilità di imporre ai cittadini trattamenti sanitari obbligatori.

L’altra via era quella della mediazione ricattatoria: introdurre un patentino mediante il quale soltanto chi fosse stato in grado di dimostrare la propria vaccinazione contro il Covid-19 avrebbe potuto beneficiare di alcuni diritti che in automatico sarebbero stati tolti a quanti non si fossero vaccinati.

Non avevamo valutato una terza ipotesi che sembra quella dominante.

Leggo su Il Messaggero: Covid, pressing dei ristoranti sul Governo. ‘Siamo al Collasso, tessera vaccinale per riaprire’. Anziché imporre il passaporto vaccinale, che sa vagamente di autoritario, la soluzione trovata dagli strateghi dell’ordine dominante è far sì che a chiedere il passaporto vaccinale siano direttamente le categorie di ristoratori, negozianti, palestre e così via. Pur di poter riaprire le loro attività, pur di uscire dalla crisi.

Ecco allora che il ricatto si sposta sulle spalle di queste categorie. Non più l’obbligo vaccinale diretto o il passaporto imposto, dunque, ma il passaporto vaccinale richiesto dalle categorie stesse.

È il capolavoro del potere. Far fare la parte sporca a chi in realtà è parte integrante della massa dominata.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro