Lockdown in primavera, restrizioni in autunno, blocco natalizio e ora altre chiusure a gennaio: il Paese va incontro a mesi bui rispetto ai quali aumentano le incertezze e le perplessità. Un lungo anno che ha cambiato la vita di tutti, quello appena trascorso, nel quale per la prima volta i numeri hanno assunto una centralità del tutto nuova e inaspettata.

Numero di contagi, numero di decessi, numero di terapie intensive: le misure adottate di volta in volta dal Governo si sono sempre basate sui numeri. È su di essi che è stata strutturata, e si fonda tutt’ora, la strategia con cui decidere per l’una o per l’altra restrizione.

I dati, insomma, sono stati i grandi protagonisti del 2020, ma quanta confusione sui metodi di analisi e di conteggio…

Secondo la Dott.ssa Maria Rita Gismondo, Direttore Responsabile di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, questa verrà ricordata come “la pandemia che ha negato la matematica e la statistica”. Già, perché secondo la sua analisi i dati che ci sono stati forniti fino ad oggi, proprio quelli che hanno inciso così tanto sulle nostre vite, si basano su “un metodo di analisi che non è fondato scientificamente”.

Ne ha parlato con Francesco Vergovich e Fabio Duranti a ‘Un giorno speciale’. Ecco la sua spiegazione in diretta.

“Questa pandemia ha negato la matematica e la statistica, ognuno dà numeri, ma nessuno ha mai consultato gli esperti di statistica. Nessuno ha seguito i concetti di fondo della statistica, concetti che alterano tutte le comunicazioni successive.

Il dubbio non è ammesso: lei non ha idea di quante critiche pesanti mi sono arrivate e mi arrivano. Io dico, cosa costa andare a fare un’analisi scientifica prima di pubblicare un dato?

L’Rt, un indice complicato da valutare. Se io sono una regione furbetta prendo i dati assolutamente veri che ho dedotto tamponando 1000 studenti e avrò un’incidenza pari al 2%. Se invece non sono furbetta e vado a fare tamponi a tutti i pazienti che si sono presentati al pronto soccorso con sintomi, avrò un’incidenza alle stelle! Io non voglio né minimizzare né ingigantire, so solamente che sono numeri che non si fondano su uno studio statistico. Prima dovremmo definire la campionatura. Vuol dire che i numeri forniti fino ad oggi sono discutibili.

Anche l’analisi dei risultati ottenuti dopo le misure: come facciamo a dire che la riduzione di un tot percento vuol dire che la misura è andata bene o male? Dovremmo tener conto della contagiosità del virus, del numero della popolazione, dell’età della popolazione… Cioè dovremmo avere veramente un’analisi molto più seria. L’andamento dei dati ha una sua significatività, non sono perfetti ma confrontabili. L’andamento è fondato perché ho lo stesso metodo di analisi, però il metodo di analisi non è fondato scientificamente perché non ho una popolazione campione scientificamente individuata”.