Donald Trump e la moglie Melania hanno lasciato per l’ultima volta la Casa Bianca non partecipando alla cerimonia di giuramento del neopresidente degli Stati Uniti Joe Biden e della sua vice Kamala Harris.

L’attenzione però, è ora è rivolta ad Alan Friedman, giornalista americano che ospite durante la trasmissione in diretta su Rai 1, ‘UnoMattina’ ha parlato di Donald Trump e della sua compagna definendola “Escort”. Nulla è servito per calmare la bufera mediatica, neanche le scuse ufficiali fatte dallo stesso Friedman poco dopo l’uscita infelice con cui si è rivolto all’ex first lady americana.

Lorella Zanardo, giornalista e scrittrice, è intervenuta ai nostri microfoni per commentare la vicenda. In questa intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani ha spiegato come accada molto spesso che si utilizzi un linguaggio simile per insultare le donne, mettendo in relazione la vicenda di Melania Trump anche con ciò che è successo nei giorni scorsi all’Onorevole Giorgia Meloni, definita “pescivendola” dopo alcuni interventi al Senato.

Ecco le riflessioni della giornalista a “Lavori in corso”.

“Con la nostra associazione educhiamo, all’interno delle scuole, su questi temi. Voglio credere alle scuse e alla buona fede di Friedman. Una frase così detta in ambiente anglosassone, alla BBC o alla CNN, lo metteva fuori da tutti i giochi mentre da noi questa questione viene presa sul ridere.

Non si può ironizzare su questi temi. Quando un messaggio passa dalla radio ma ancor più dalla televisione si fanno passare dei modelli, e vuol dire che anch’io, inconsciamente, sono autorizzato a parlare così. E’ il come viene usato il termine escort. A noi interessa perché viene detto nei media e viene autorizzato. E’ una vecchia pratica.

Guardiamo cosa facciamo noi adulti, il linguaggio è terribile. Le parole fanno più male delle botte e io ci penso spesso a questo e lo portiamo nelle scuole come messaggio. Spesso sui social non si ragiona. Le parole hanno un peso. Non credo che ci sia da scandalizzarsi. Per criticare Trump, che era l’oggetto della conversazione, viene tirata in ballo un’ipotetica professione della moglie. Stigmatizziamo che quando si vuole colpire un uomo si ritiene che la moglie sia un oggetto di sua proprietà, questa è una vecchia pratica. E’ terribile. Friedman poteva dire tutto quello che voleva di Trump, questa oggettivazione è ritenere che le donne non abbiano soggettività.

Nel caso dell’onorevole Meloni la si insulta in qualche modo e direttamente a lei su delle idee che ha espresso, dove ha possibilità di reagire. Nell’altro caso accade una cosa diversa: Friedman vuole attaccare Trump e per attaccarlo oggettiva la moglie in modo insultante. Non sono più soggetto ma divento oggetto”.