Mentre Israele è uscita ormai praticamente dal lockdown e dalla seconda fase critica della pandemia Covid-19, mentre invece le curve dei contagi, dei ricoveri ospedalieri, delle terapie intensive e dei morti purtroppo sono in crescita in molti paesi europei compreso il nostro, dobbiamo però dedicare ancora tempo alle elezioni statunitensi.

Perché il Presidente uscente Donald Trump è abbarbicato sulla sua poltrona nello studio ovale e non ne vuole sapere di andarsene. Praticamente è una situazione davvero imbarazzante. In quasi nessun caso è avvenuta una situazione simile al momento delle elezioni americane.

Anche nei casi discussi come quello di Al Gore, che ha riconosciuto una sconfitta che probabilmente nei voti non c’era, o anche in altri casi più recenti come quelli in cui i voti popolari erano comunque di più di quelli che davano i grandi elettori, il riconoscimento della vittoria dell’altro è un presupposto fondamentale della democrazia.

E’ questione di analfabetismo istituzionale, quello di non concederlo, a meno che non si abbiano evidentemente delle grandi prove o degli elementi significativi in mano. Elementi che, se ci fossero, avrebbero spinto a estesi riconteggi e poi, eventualmente, dalla legislazione statale si sarebbe passati a quella federale e solo in quel caso si poteva arrivare alla Corte Suprema. Corte che forse avrebbe potuto essere obiettivo di Donald Trump, visto che è fatta soltanto di individui che sono repubblicani e conservatori.

Ma la realtà è che Trump piano piano lo cominciano a schifare i suoi stessi compagni di partito. Lo hanno sempre visto come un corpo estraneo, però aveva vinto come outsider e questo aveva fatto superare tutte le difficoltà. Ma adesso la situazione si sta normalizzando. Voglio dire che gli Stati Uniti si stanno normalizzando. Hanno scelto un Presidente che li porterà a condizioni normali.

Condizioni di alfabetizzazione istituzionale, prima di tutto. Ma anche condizioni normali nell’affrontare la pandemia, nell’affrontare i rapporti con gli altri paesi, soprattutto nell’affrontare l’aspetto ambientale. Trump non è vero che non ha combattuto guerre. Ne ha combattuta una molto grave, quella contro l’ambiente. Ha combattuto contro il cambiamento climatico, ha voluto deforestare ancora quel poco che restava in Alaska. Ha voluto sterminare gli animali selvatici. Ne ha fatti di ogni tipo.

Dunque quando si dice che Trump ha avuto una presidenza felice perché non ci sono state guerre sotto il suo mandato, in realtà si dice una falsità. Una c’è stata e molto grave contro l’ambiente. Per fortuna ora è stato cacciato via.


GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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