A qualcuno non tornano i conti della Regione Lombardia, una delle più martoriate non solo dal virus ma anche dalle diverse accuse piovute nell’ultimo periodo. C’è chi parla addirittura di una “nuova Tangentopoli lombarda” che nel silenzio starebbe coinvolgendo dirigenti e istituzioni.

Al centro dell’ultimo scandalo sono finiti i test sierologici che la Lombardia ha affidato senza gara per due milioni di euro all’azienda DiaSorin, mentre un istituto pubblico, il San Matteo di Pavia, stava conducendo le sperimentazioni. Dell’affaire si è occupata la redazione di Report, che ieri sera su Rai 3 ha mandato in onda il servizio sull’inchiesta.

Per commentare quello che sta accadendo, Francesco Vergovich ha dato parola al conduttore della trasmissione Sigfrido Ranucci. Questa la sua opinione a “Un giorno speciale”.

“Drenaggio di denaro pubblico nelle casse dei partiti”

“La cosa che mi ha più impressionato dalla puntata di ieri è un po’ il sistema di potere che ha raccontato Nino Caianiello, considerato il regista della nuova Tangentopoli lombarda. Un sistema di Tangentopoli 4.0, dove oltre la scelta del candidato c’è anche l’affiancamento al professionista in tutti i settori.

Vuol dire che il merito è mandato a quel paese definitivamente. Ed è una delle giustificazioni per cui il nostro Paese non cresce mai. Ma poi anche che c’è un continuo drenaggio di denaro pubblico che finisce nelle casse dei partiti e non è a beneficio della collettività. Alla fine hai anche una gestione spregiudicata del potere che incide anche su valori che dovrebbero essere universali, come la salute pubblica.

“Guerra degli sms”

“Noi ieri sera abbiamo mandato in onda degli sms mandati da un responsabile di partito della Lega Nord lombarda a tutti i sindaci, per fermare i test sierologici. Ora, per quale motivo? Loro dicono perché bisognava rispettare le veline emanate dal Ministero della Salute.

Però dopo poche settimane la Regione Lombardia affida, senza gara, due milioni di euro alla DiaSorin per fare dei test sierologici che stava già sperimentando un istituto pubblico, il San Matteo di Pavia. Tutto questo ha dei lati oscuri. Questi sms che hanno anche una violenza. Oltretutto la guerra degli sms coinvolge anche il responsabile dell’istituto San Matteo di Pavia, il professor Valeri. C’è da chiedersi, perché è stato scelto esclusivamente questo interlocutore?”


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